Economia

Costruttori: "Un piano di opere pubbliche e sostenere i mutui alle famiglie"

Buzzetti (Ance) al governo: "Scelte definitive sull'Imu e sui debiti della P.a.". Bevilacqua (Anspc): "Contro il crollo del mercato immobiliare incentivare fiscalmente gli acquisti"

Costruttori: "Un piano di opere pubbliche e sostenere i mutui alle famiglie"

Un «bollettino di guerra», definisce il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti quello a cui ogni giorno si assiste e che viene rilevato dai centri di elaborazione dati dei costruttori. «Gli argini avverte- si stanno rompendo e il sistema non regge più».
Il numero uno degli imprenditori edili usa parole dure e chiede al governo Letta di varare subito «un piano coraggioso di opere pubbliche, oltre a sbloccare gli strumenti già studiati per sostenere i mutui alle famiglie».
Buzzetti chiede al governo «il coraggio di scelte definitive» sull'Imu come sui debiti delle pubbliche amministrazioni: «Dieci anni di tira e molla sulle tasse sulla casa hanno avuto effetti psicologici devastanti».
Commentando gli ultimi dati Istat sulla produzione delle costruzioni, il presidente dell'Ance afferma: «Sono più di tre anni che denunciamo con forza la grave crisi del settore ma finora non si è fatto nulla di efficace per invertire la rotta e anzi con l'introduzione dell'Imu è stato dato il colpo di grazia a un settore già in agonia».
Secondo Buzzetti, se l'esecutivo, come lo stesso premier ha affermato in questi giorni, «è davvero intenzionato a fare qualcosa per salvare migliaia di imprese e di famiglie dalla rovina allora non è più tempo di appellarci a rigidi parametri di bilancio europei, come riconoscono ormai anche molti economisti».
I costruttori chiedono, dunque, di immettere «un'iniezione di soldi pubblici per partire con la messa in sicurezza delle scuole e del territorio: interventi necessari per il bene del Paese e capaci di dare fiato all'economia».
Il presidente dell'Associazione dei costruttori ricorda che il Cipe 4 anni fa aveva stanziato 3 miliardi su un piano di piccole e medie opere promosso dall'Ance con il parere favorevole dei Comuni, che poi è stato affossato per problemi di bilancio.
Allarmato anche il commento dell'avvocato Nunzio Bevilacqua,del Direttivo di Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito, sul crollo del mercato immobiliare: «Quella che un paio di anni fa era una "crepa" che non si è voluta colposamente vedere, oggi è una frana dell'intero mercato; un settore, quello dell'immobiliare, dall'indotto importante, ultimo "volano" dell'economia, ma che necessita per poter sopravvivere di interventi congiunti da parte del sistema bancario e dello Stato».
Per l'esperto dell'Anspc, oggi l'incertezza riguardo la continuità lavorativa, «rende un mutuo a 30 anni una "spada di Damocle"».
Se gli stessi mutui, spiega Bevilacqua, per concessioni e condizioni non aprono certamente ai giovani, lo Stato da parte sua non incentiva fiscalmente la proprietà e tantomeno chi, avendo delle risorse proprie, decida di investire nel mattone.
Ci vuole un'inversione di tendenza e lo Stato dovrebbe puntare sull'edilizia, incentivando fiscalmente gli acquisti. Altrimenti, afferma Bevilacqua, « lo stallo del settore, dalla costruzione all'intermediazione, genererà una quantità di disoccupazione, oggi difficilmente sostenibile».
L'esperto dell'Anspc fa anche una proposta per riattivare i consumi stagnanti e reperire coperture finanziarie.
«Per due anni - dice Bevilacqua- si dovrebbe sospendere qualsiasi "discriminazione" fiscale riguardo a beni che sono considerati di lusso, dall'abbigliamento, all'automobilistico-navale, passando per le seconde case».
In un periodo di emergenza economica, insomma, si dovrebbe far in modo che «coloro che in qualsiasi modo abbiano soldi, li spendano».


L'avvocato Bevilacqua conclude: «L'operazione richiederebbe una certa organicità, ma una saggia lungimiranza porterebbe, da subito, una ripresa di settori industriali strategici con aumento dell'occupazione e, successivamente, maggiori proventi fiscali per finanziare eventuali ammortizzatori sociali».

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