Economia

Crediti, la Ue ci dà una chance ma il conto da pagare sarà salato

Vertice fiume a Bruxelles sulla bad bank. Il commissario Vestager: "Garanzie a prezzi di mercato". Nel voto di oggi sul governo ci sarà l'ingresso in maggioranza dei verdiniani

Crediti, la Ue ci dà una chance ma il conto da pagare sarà salato

Le banche continuano a far tremare, virtualmente, il governo italiano. Ieri, inoltre, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è stato preso in «ostaggio» dal commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, sul tema bad bank: la riunione per dirimere la questione si è protratta per cinque ore, segnale dei difficili rapporti tra Roma e Bruxelles. Alla fine, però, l'Italia ha ottenuto qualcosa. Oggi al Senato sarà votata la mozione di sfiducia di Forza Italia e Lega nei confronti dell'esecutivo guidato da Matteo Renzi per aver abbandonato i risparmiatori e per il caso Boschi-Banca Etruria.Il compromesso raggiunto a Bruxelles rischia di avere un costo salato per il nostro Paese. La Commissione ha autorizzato la cessione delle sofferenze ai veicoli che le cartolarizzeranno (cioè emetteranno bond collegati al recupero dei crediti), ma come ha spiegato il commissario Antitrust Vestager al termine della lunghissima riunione, le garanzie per i crediti deteriorati delle banche italiane in difficoltà «avranno un prezzo di mercato, e quindi non costituiscono aiuti di Stato». Il via libera europeo fa perciò pensare che il prezzo che sarà fissato sia più vicino all'1% auspicato dalla Commissione (che potrebbe scoraggiare il ricorso alla sponsorizzazione pubblica) che allo 0,2-0,3% desiderato dalle banche italiane rappresentate dall'Abi. Emettere queste obbligazioni potrebbe essere meno conveniente di quanto gli istituti avrebbero voluto perché dovranno pagare di più. Le garanzie del Tesoro sui bond delle cartolarizzazioni emessi dai «veicoli» (l'acronimo sarà Gacs), che acquisteranno i 200 miliardi di sofferenze degli istituti di credito, completeranno «la scatola degli attrezzi italiani per gestire i crediti in sofferenza», ha spiegato Padoan descrivendole come «un meccanismo di incentivazione utile per accelerare i tempi». La garanzia statale, comunque, equiparerà questi bond ai Btp e li renderebbe acquistabili da parte della Bce facilitando l'immissione di nuova liquidità e nuovo credito. L'intesa dovrebbe evitare nuovi crolli dei titoli bancari a Piazza Affari.A Bruxelles, però, hanno tutti il fucile spianato. La locuzione «a prezzi di mercato» lascia intendere che la Commissione vigilerà sulla cessione delle sofferenze che vengono normalmente commerciate al 25-30% del loro valore nominale. Le banche le hanno in bilancio al 40-50% e questo significa che l'impegno massimo per il Tesoro potrebbe arrivare fino a 40 miliardi. Cifra di cui si potrebbe chiedere conto a uno Stato che ha problemi di deficit e di debito.Intanto, la mozione di sfiducia che non avrebbe dovuto rappresentare un problema - ancorché a Palazzo Madama i numeri della maggioranza siano ballerini - si è trasformata nel cavallo di Troia con cui i verdiniani di Ala potrebbero fare il loro ingresso ufficiale nel magico mondo di Renzi. La senatrice Repetti ha annunciato che il gruppo Ala voterà contro. Lo stesso faranno i tre tosiani di Fare. Sia Flavio Tosi, ricevuto ieri da Renzi, sia il numero uno dei verdiniani Barani hanno precisato che non è un voto di fiducia al governo ma un no a «una sfiducia». La minoranza del Pd è tornata all'attacco con il suo leader Pier Luigi Bersani. «Dubbi corroborati dalle voci sul prossimo rimpasto: Enrico Zanetti (Scelta Civica) sarà promosso a viceministro dell'Economia, mentre l'alfaniano Casero andrà allo Sviluppo.

Ncd attende il suo «premio» con gli Affari regionali a Costa e il ritorno di Gentile.

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