Economia

«Per il credito, 2015 anno di svolta»

Patuelli: «In ripresa prestiti a famiglie e imprese, ma i vincoli sono troppo stringenti, serve un testo unico europeo»

RomaLe banche italiane solo al riparo dalla crisi greca e stanno vedendo segnali di ripresa reali. «Da qualche mese percepiamo in Italia un'aria nuova e più costruttiva». Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, nella sua relazione all'assemblea annuale ha spiegato la sua affermazione attraverso i «numeri bancari».

I prestiti a famiglie e imprese «che nel 2007, prima della crisi, ammontavano a 1.279 miliardi, ora sono di 1.403 miliardi». Corrono i mutui: nei primi cinque mesi del 2015 sono cresciuti del 64% e il credito al consumo dell'11%. Poco sopra i prestiti alle imprese: più 11,6%. Da parte delle banche, c'è il «massimo impegno per la ripresa».

Il 2015 sarà «l'anno della svolta» anche sul credito. Anche se ci sono vincoli normativi europei «sempre più stringenti». È alle istituzioni europee nel complesso che il presidente dell'Abi riserva le parole più dure della relazione. Le banche credono all'Ue, ma «questa Europa non ci piace, non è quella che abbiamo sognato e vogliamo». È come «un'aquila bicipite in cui una testa (quella monetarista) spinge per lo sviluppo, mentre l'altra crea troppe regole, sempre più stringenti per il capitale delle banche, anche con annunci continui di sempre altre misure che riducono la disponibilità di credito all'economia». La soluzione è quella delle regole uniche «bancarie, finanziarie, di diritto penale dell'economia, di diritto fallimentare e con una maggiore omogeneità fiscale».

Patuelli anche ieri ha ribadito che «non c'è alcun problema per le banche italiane» per la crisi di Atene. L'esposizione sulla Grecia è minima». Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco all'assemblea ha assicurato che l'effetto diretto della crisi è limitato. In caso di uscita della Grecia dall'Euro, però, il quadro potrebbe peggiorare: «La stabilità dell'Unione non può essere messa in discussione dalla difficoltà di un singolo Paese».

L'Abi non nasconde il persistere delle difficoltà. «Le sofferenze che erano cresciute a 108 miliardi nel 2011, sono ancora aumentate a 125 miliardi nel 2012, a 156 nel 2013 e a 184 nel 2014 e a oltre 191 ad aprile 2015».

Il tema dei crediti deteriorati è stato toccato anche da Visco. Il governatore ha auspicato tempi brevi per la creazione «di una società specializzata per l'acquisto di crediti deteriorati». Non una bad bank vera e propria, ma una società che «mira a riattivare meccanismi di mercato».

Su questo fronte, il messaggio più forte alle banche è arrivato dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: «Lo smobilizzo dei crediti deteriorati è cruciale per liberare risorse da destinare al finanziamento dell'economia. Compiere passi avanti in questa direzione è cruciale per sostenere la ripresa».

Quello del ministro è di fatto un pressing verso le banche affinché approfittino delle nuove norme varate dal governo sui crediti deteriorati. Norme che «sono di per sé efficaci per accelerare il mercato dei capitali e ridare slancio all'economia.

Mi auguro che le banche approfittino del nuovo quadro normativo e velocizzino i piani di pulizia dei bilanci al fine di liberare risorse per la crescita».

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