Economia

Crescono i fallimenti al Nord A Milano record di chiusure

Dal 2009 sono stati 17mila i crac di imprese settentrionali, Lombardia in testa. Ma soffrono anche Lazio e Campania

Crescono i fallimenti al Nord A Milano record di chiusure

La crisi è arrivata al cuore produttivo dell’Italia. I fallimenti si diffondono come un’epidemia, che ha Lombardia e Milano come epicentro, ma via via ha contagiato tutto il Nord Ovest, e ora morde anche il Veneto, dove un tempo si diceva «ogni abitante un’impresa». Un virus che uccide le aziende, ovunque siano: anche in Campania e Lazio, dove la percentuale di crac nel 2011 è stata rispettivamente del 30 e del 23 per cento.
Dal 2009, secondo i dati Cerved, sono stati 17mila i fallimenti di imprese del Nord, con l’area occidentale (Lombardia e soprattutto Milano, poi Piemonte e Liguria) in chiara difficoltà, mentre resiste ancora il Nord Est, anche se il Veneto fatica, e parecchio. Un quarto delle chiusure sono invece di imprese meridionali (8.358), il 22% del Centro Italia, con 7.284. Tra il 2009 e il 2011 per fallimento in Italia si sono persi 300mila posti di lavoro. In particolare l’ultimo anno ha segnato nel nostro Paese il massimo livello di fallimenti da quando è iniziata la crisi: 12.094, che è anche la quota più elevata da quando è stata riformata la disciplina del settore. Anche uno studio sulla frequenza dei crac, cioè il numero di imprese chiuse ogni 10mila attive (il cosiddetto Insolvency ratio, Ir), conferma il dato: dall’inizio della crisi la Lombardia è prima con un tasso di oltre 27 aziende fallite ogni 10mila aperte. E Milano è prima tra le province con un Insolvency ratio a quota 34. Quasi la metà dei 33mila fallimenti totali (oltre 15mila) ha riguardato imprese che operano nel terziario, il 23% aziende dell’edilizia (7.535), il 21% società manifatturiere (poco meno di 7mila). Ma sul lungo periodo, confrontando le procedure di chiusura con il numero di imprese operative, è evidente che i crac hanno colpito con maggiore intensità l’industria (che accusa un insolvency ratio nei tre anni di 38,7) e le costruzioni (28,5), rispetto ai servizi (16,9) e ai cosiddetti «altri settori» (9,1). E il problema è sempre più grave: nel solo anno scorso la Lombardia è arrivata a un insolvency ratio di 30,7 punti, Milano di 39.
Un record negativo che vede la regione del Nord colpita dal maggior numero di fallimenti in assoluto (2.673, +9,8%), anche se non è la sola a soffrire: in Campania la crescita di crac del solo anno scorso ha sfiorato il 30% (esattamente del 29,6%, oltre quota mille imprese chiuse), e nel Lazio è stata del 23,4%, per un totale di 1.253 fallimenti.

Una boccata d’ossigeno arriva invece dalle piccole Regioni: l’insolvency ratio della Valle D’Aosta è 7,5, quella della Basilicata 9 e del Molise 10,9.

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