Economia

Crisi, la Merkel rassicura Samaras: La Grecia resti nell'euro"

Bilaterale tra Merkel e Samaras. Le riserve di Atene agli scoccioli. E Berlino studia i costi di un'eventuale uscita della Grecia dall'euro

Un gruppo di lavoro guidato dal vice ministro delle Finanze tedesco per studiare il possibile impatto economico di un’uscita della Grecia dall’area euro. La cancelliera Angela Merkel e il ministro delle finanze Wolfgang Schauble vogliono, infatti, essere preparati in caso di scenari negativi. Secondo fonti vicine al governo tedesco, il gruppo di lavoro starebbe effettuando calcoli "sulle conseguenze finanziarie" di un’uscita della Grecia e "sta considerando come potrebbe essere prevenuto un effetto domino sugli altri stati membri dell’area euro". Tuttavia, al termine del bilaterale con il premier greco Antonis Samaras, la Merkel ha ribadito che "la Grecia è parte dell’Eurozona" e, per questo, vuole che rimanga nell’Unione europea.

"Noi vogliamo camminare sulle nostre gambe", ha spiegato Samaras durante la conferenza stampa a Berlino. Tuttavia, sebbene Samaras abbia sottolineato che la Grecia ha molte risorse e chance per riuscire a evitare il default economico, le ultime proiezioni del ministero delle Finanze greco dimostrano che le riserve di liquidità dureranno fino alla metà di ottobre. Questa sarebbe la ragione per cui Samaras ha ammesso in una recente intervista che se la prossima tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro non verrà concessa, il paese potrebbe avere problemi di liquidità. Il rapporto della troika dal quale dipendono gli aiuti è atteso per l’inizio di ottobre. "Questo - spiega il giornale Kathimerini - implica che la capacità del Paese di coprire debiti con creditori nazionali e internazionali dipende dall’emissione di buoni del Tesoro". Nel frattempo il governo di Atene ha bloccato il pagamento di tutta una serie di servizi per continuare a garantire stipendi e pensioni. Una decisione che non ha fatto altro che aggravare i problemi di liquidità e danneggiare le attività degli istituti pubblici. Dall’inizio dell’anno, i mancati pagamenti a fornitori al settore pubblico sono cresciuti di 900 milioni di euro mentre il governo ha bloccato i tagli alle imposte e decurtato in modo significativo le spese. "È nostro dovere aiutare", ha comunque assicurato la cancelliera tedesca sottolineando, però, che in Germania c’è chi si chiede quanto sia utile dare ancora soldi alla Grecia.

Da parte sua, Samaras ha ribadito quanto già detto nei giorni scorsi. Atene non chiede più soldi per tirarsi fuori dai guai, si accontenterebbe solo di avere più tempo. "Sono fiducioso che il rapporto della troika (Ue, Fmi e Bce, ndr) terrà conto del fatto che il governo otterrà dei risultati molto presto", ha affermato il primo ministro greco durante la conferenza stampa congiunta.

"Noi non chiediamo più soldi ma il tempo di respirare", ha concluso Samaras.

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