Economia

La crisi mette all'angolo le banche Fiat scavalca Enel grazie agli Usa

Con i suoi 109,6 miliardi di fatturato Eni si conferma primo gruppo industriale italiano. Ma in seconda posizione Fiat-Exor torna a scalzare Enel grazie al consolidamento con Chrysler dopo aver perso il posto nel 2009. È questa la fotografia del podio per fatturato 2011 sui grandi gruppi industriali redatta dall'Ufficio studi di Mediobanca nello studio Le principali società italiane pubblicato ieri.
Medagliere invariato invece nel comparto bancario rispetto al 2010 con Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps (classificate per totale attivo tangibile). Ma per le banche tra il 2005 e il 2011 esplodono le sofferenze e la redditività del capitale proprio (Roe) è per la prima volta negativa dall'inizio della crisi.
Nella Top 20 dell'industria dominano ancora una volta le società energetiche con otto posizioni conquistate. Sette invece per le società di servizi, mentre solo cinque appartengono al manifatturiero (oltre a Fiat/Exor, Finmeccanica, Riva, Prysmian e Luxottica). Otto sono i gruppi a proprietà pubblica.
A spingere sul podio è il dinamismo del fatturato oltreconfine. Eni ha confermato la propria leadership grazie all'ascesa del prezzo in dollari del greggio (+40%) e alla crescita delle vendite estere (+49,4%). L'incremento ha più che compensato la flessione del fatturato in Italia (-29,3%). Allo stesso modo si sono comportate Enel (+13,9% estero con il -0,3% domestico) ed Exor (+58,1% estero con il -9,5% nazionale), che conquista anche il primo posto per numero di dipendenti (di cui il 70% all'estero).
Altro sorpasso è quello di Gse (attività di compravendita dell'energia) che conquista il quarto posto ai danni di Telecom Italia, nonostante il consolidamento delle attività argentine. Finmeccanica è stabile al sesto posto.
Escono dalla top ten le Poste (12esime), che comunque si confermano il maggior datore di lavoro in Italia, mentre l'ascesa più importante è di Prysmian che, grazie all'acquisizione di Draka, sale di 11 posizioni al 15esimo posto. Da notare il balzo del fatturato di quasi il 29% (a oltre 10 miliardi) di Riva Fire (controllante dell'Ilva) che si piazza undicesima.
Prada (2,5 miliardi di fatturato) è prima nella moda, seguita da Benetton. Lo studio esamina società tutte con sede in Italia. Tra le industriali non rientrano quindi, perché con sede estera nonostante la proprietà italiana, Tenaris che sarebbe sesta, StMicroelectronics (quindicesima) e il gruppo Ferrero (controllato da una holding lussemburghese,16esima).
Sul fronte bancario balza agli occhi il dato dei crediti dubbi (sofferenze, incagli, ristrutturati e scaduti) cresciuti tra il 2005 e il 2011 del 141,2% al 7,2% sul totale, con un boom delle sofferenze salite del 162 per cento.
Da notare che le banche Popolari che partivano nel 2005 da un'incidenza dei crediti dubbi inferiori al sistema si attestano nel 2011 ad un livello superiore (8%). In crescita la massa dei crediti concessi alla clientela (+31% sul 2005), ma con un chiaro rallentamento negli ultimi anni: nel 2011 è arrivato appena il 5,2% del totale dei sei anni precedenti.
Non solo. Nel 2011 per la prima volta dall'inizio della crisi la redditività del capitale proprio (return on equity, Roe) del sistema bancario è negativa avendo chiuso con una perdita aggregata di 21,9 miliardi di euro.

Perdono i grandi gruppi commerciali (la perdita del comparto è di 18,3 miliardi), contengono il rosso le Popolari (-4,7 miliardi), guadagnano ma poco le banche di credito cooperativo (+318 milioni).

Commenti