Economia

Cura choc per Telecom: 7.500 tagli

Gli effetti della rivoluzione digitale. L'azienda: "Un'intesa entro febbraio o soluzioni autonome". Previste 2mila assunzioni

Cura choc per Telecom: 7.500 tagli

Nemmeno l'annuncio di un corposo taglio ai dipendenti, 7.500 su 50mila ossia il 15%, riesce a far ritrovare fiducia nel titolo Telecom in Borsa, che anche ieri ha chiuso in rosso dello 0,96%. Telecom, ossia Tim, ieri mattina ha incontrato a Roma i sindacati proponendo la cura dimagrante occupazionale. La società inoltre ha chiesto ai sindacati di arrivare a un accordo sugli esuberi entro febbraio, così da poter inserire le decisioni prese già nel piano industriale che sarà presentato il 6 marzo prossimo. E se questo non sarà possibile la società sarebbe pronta a procedere con soluzioni autonome per raggiungere lo scopo prefissato. Non stupisce dunque che i sindacati chiedano ulteriori chiarimenti e abbiano già detto di non accettare ultimatum.

«Il piano presenta luci e ombre - ha detto il segretario generale della Uilcom, Salvatore Ugliarolo - c'è la necessità di approfondire, dobbiamo capire meglio le garanzie rispetto al core business, alle strategie per la rete e soprattutto su nuovi strumenti proposti dall'azienda, come i prepensionamenti estesi a sette anni dall'ultima legge di Stabilità e la solidarietà espansiva». Insomma tra sindacati e azienda lo scontro potrebbe diventare più duro del previsto. I 7.500 lavoratori che Telecom vuole affidare all'Inps in anticipo sono, comunque, il risultato di una mediazione rispetto a una base di partenza di 8.500 dipendenti. Le uscite «nette» scenderanno a 5.500, considerando le 2mila assunzioni promesse dal gruppo a fronte della possibilità di applicare la cosiddetta «solidarietà espansiva». Che, in prati,ca fa «pagare» le assunzioni agli stessi addetti di Telecom.

I tagli dovrebbero consentire a Tim di generare risparmi a regime per quasi 500 milioni all'anno (a fronte di oneri straordinari fra i 550-700 milioni da accantonare già nel bilancio 2017) portando a 44.500 (da 50mila) il numero di dipendenti complessivo in Italia.

Si prevedono 4mila uscite ex articolo 4 (cioè prepensionamenti ex Fornero) elevabili a 5mila, per i dipendenti che hanno i requisiti, entro il 31 dicembre 2018. Altri 2.500 sono previsti come esodi incentivati con 28-30 mesi di stipendio, proposta che sarà fatta comunque a tutti i dipendenti. Perché accade tutto questo? Non c'è dubbio che le nuove reti digitali abbiano bisogno di meno tecnici e più ingegneri. Ed è per questo che l'azienda ha proposto ai sindacati anche piano di formazione e di riqualificazione professionale che interesserebbe circa 3.500 persone.

I principali ambiti di riconversione sono i settori technology, business, consumer, Open access e staff. Un capitolo a parte riguarda la «solidarietà espansiva», strumento che Telecom sarebbe tra i primi a proporre ai dipendenti per assumere circa 2mila persone. Si tratta di 20 minuti al giorno per tutto il personale.

La solidarietà dovrebbe iniziare a marzo, mentre le assunzioni sono previste da luglio prossimo. Secondo calcoli dei sindacati, i 20 minuti al giorno corrispondono a un monte di ore risparmiate di quasi quattro milioni in un anno. Considerato un costo lordo per ora lavorata di 60 euro, si arriva a risparmio di circa 240 milioni l'anno.

I sindacati hanno anche sottolineato che la solidarietà espansiva non prevederebbe un termine e si tradurrebbe, dunque, in un taglio fisso del costo del lavoro.

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