Economia

La curva dei tassi d'interesse Usa è invertita. E la recessione è dietro l'angolo

Ecco perché i dati in arrivo dai mercati degli Stati Uniti sono un segnale di tempesta imminente

La curva dei tassi d'interesse Usa è invertita. E la recessione è dietro l'angolo

Speravamo in un doppio minimo sul nostro indice di Borsa Ftse All Share. Ma siamo stati delusi. Al massimo ora possiamo parlare di un triplo minimo, visto che il mercato sta per l’ennesima volta testando il supporto di quota 20.263 del Ftse All Share. Del resto non possiamo lamentarci, la congestione è fatta così ed esprime disorientamento, confusione, incapacità di prendere una decisione precisa. Quindi alterni docce scozzesi e ti dici ora sale e poco dopo ora scende, e via andare. Nella follia della Borsa l’unica notizia veramente negativa della settimana, quella della disoccupazione USA, è per i mercati e gli operatori finanziari una buona notizia: se la disoccupazione aumenta (o l’occupazione cala, vedete voi come vedere la cosa) ecco che forse si allontanano i temuti rialzi dei tassi di interesse della FED. Per il resto siamo dentro una notte buia perché davvero preoccupa che una porzione della curva dei tassi USA si sia invertita (2-5 anni). Lo spiego in parole povere: la curva dei tassi di interesse di solito è positiva, ovvero i tassi a lungo sono superiori ai tassi a breve. Indebitarsi a lungo comporta più rischio che indebitarsi a breve, questo fa parte della vita di tutti i giorni. Quando succede l’opposto significa che il rischio sui mercati sta diventando abnormale e gli operatori premiamo le scadenze corte rispetto a quelle lunghe ovvero siccome sono “paurosi” vogliono prendere a prestito sul breve e per questo pagano più soldi in interessi sul breve che sul lungo. Temono in altre parole la tempesta dietro l’angolo e per questo sono disposti a pagare più interessi per il breve che per il lungo. Questa è una curva “invertita” o in “backwardation” e segnala tempesta in arrivo sui mercati finanziari e soprattutto recessione in economia. La curva inclinata positivamente è il mondo normale, quello di tutti i giorni e segnala una economia in espansione. Capisco che siano argomenti che per il profano possono sembrare strampalati ma i mercati finanziari si nutrono di queste cose. E purtroppo debbo confermare che la curva invertita è un segnale di recessione ed è uno di quei segnali anticipatori che raramente sbaglia. Poi ovviamente bisogna vedere se continua a permanere o se è stato semplicemente un “errore”. Ad esempio l’inversione della curva è avvenuta prima dei dati sulla disoccupazione, quasi già i mercati avessero presagito l’inevitabile.

Tecnicamente possiamo solo dire che il grafico del Dax settimanale è a cavallo della trendline crescente, il nostro mercato è a cavallo di un supporto importante, il Nasdaq è un cavallo lui stesso imbizzarrito che ha moltiplicato per 7 le quotazioni dal 2009 ad oggi e che prima o poi dovrà darsi una calmata. Perché? Perché dice l’Ecclesiaste nel Vecchio Testamento: “Dopo il bello viene il brutto e dopo il brutto viene il bello, così è sempre stato e così sarà”. Non vi sto prendendo in giro, in Borsa bisogna sempre cercare di capire cosa viene dopo. E sappiamo che dopo la congestione può venire il rialzo o il ribasso, dopo il ribasso viene il rialzo, dopo il rialzo viene il ribasso. E’ evidente che se uno ha paura di cavalcare un trend allora vedrà dietro ogni angolo le grinfie dell’Orso e questo lo paralizzerà. Il trend rialzista decennale del Nasdaq è ancora intatto, siamo dentro una congestione orizzontale che può essere benissimo superata. Quindi continuiamo ad essere sempre rialzisti sul Nasdaq, e il mercato per noi è “adelante, con juicio”, come ebbe a dire il Gran Cancelliere Ferrer al suo cocchiere Pedro. In altre parole questo fino a prova contraria è un normale ritracciamento.

Poi quando invertirà saremo i primi a cambiare idea ma se saremo costretti a farlo dovremo tenere stretta la barra dei ribassisti per anni.

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