Economia

Daimler verso il divorzio da Renault

Cambio di strategia, mentre si rafforza l'asse con Geely

Daimler verso il divorzio da Renault

L'Alleanza Renault-Nissan continua a tenere banco e non solo per le vicende giudiziarie legate all'ex numero uno Carlos Ghosn e i tentativi francesi di integrare i riluttanti soci di Tokio. Il nuovo presidente di Daimler-Mercedes, Ola Källenius (nella foto), con pieni poteri da maggio, avrebbe infatti intenzione di non rinnovare la cooperazione industriale con l'Alleanza franco-nipponica. Un accordo costruito dall'ormai ex capo di Daimler, Dieter Zetsche, e da Ghosn, fondato all'inizio su Smart, i cui motori, elettrico incluso, erano forniti da Renault, e proseguito poi con la condivisione di altri propulsori, tra cui quelli che equipaggiano Renault Twingo e Smart ForFour, e le potenti unità diesel tedesche ancora per poco in dotazione a Infiniti (Nissan), marchio in uscita dal mercato europeo.

Di ieri, inoltre, è il via libera della Commissione Ue all'alleanza tra la stessa Daimler e la cinese Geely, tra l'altro primo azionista del gruppo tedesco con quasi il 10%, per la costruzione sotto la Muraglia dei nuovi modelli elettrici di Smart a partire dal 2022. L'impresa congiunta, nella quale ciascuna parte avrà il 50% di capitale, deterrà, gestirà e svilupperà il marchio Smart «come leader nei veicoli elettrici premium», ha fatto sapere il gruppo della Stella. Nella sua valutazione, Bruxelles ha stabilito che l'operazione non solleva problemi di concorrenza perché l'alleanza «sarà attiva in Cina e non prevede attività nello spazio economico europeo».

Il previsto stop all'asse con Renault e Nissan, comunque, non sarà l'unico tema al centro del discorso di insediamento di Källenius.

Dal successore di Zetsche si attendono anche chiarimenti sul piano di tagli ai costi (6 miliardi) allo scopo di raggiungere una maggiore efficienza, comprese le possibili ricadute sull'occupazione. Si ipotizzano 10mila posti a rischio. Geely a parte (il socio forte cinese potrebbe anche aumentare la sua partecipazione in Daimler), è chiaro che Stoccarda guardi con sempre più attenzione anche alla vicina Bmw con cui sta lavorando nei servizi alla mobilità. I due gruppi tedeschi potrebbero rispondere con nuovi accordi alla recente decisione di Volksawgen di condividere parte delle attività con l'americana Ford, partnership illustrata all'Auto Show di Detroit, a gennaio.

Intanto, è calato il silenzio su Fca dopo le notizie di possibili intese con Psa e Renault. L'ad Mike Manley ha fatto, nei giorni scorsi, una capatina a Shanghai dove è in corso il Salone dell'auto, rimanendo blindato all'interno dello stand di Jeep.

Da conoscitore del mercato asiatico, che ha guidato prima di diventare ad di Fca, si presume abbia messo le basi per un nuovo rilancio del Lingotto nel mercato più importante del mondo dove il gruppo ha stretto accordi con la locale Gac.

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