Economia

Draghi a Mps: «L'aumento non basta»

Lettera Bce: «La ricapitalizzazione non risolve i problemi strutturali». E la Fondazione scende dal 2,5 all'1,5%

Draghi a Mps: «L'aumento non basta»

Le attese erano giuste: in Borsa la prima giornata dell'aumento di capitale di Mps da 3 miliardi si è rivelata complessa: raffica di ordini di vendita sui diritti e forti acquisti sulle azioni. Non è stato facile fare prezzo: sia le azioni ordinarie sia quelle di nuova emissione hanno trascorso la seduta in asta. Alla fine il titolo ha chiuso su dell'11,2% a 2,14 euro, mentre i diritti hanno ceduto il 18,41% a 6,14 euro. Lo sconto al 38,9% sul Terp (prezzo teorico dopo il diritto di opzione) deciso dal cda giovedì scorso gioca un ruolo determinante insieme a una speculazione che da tempo interessa il titolo. Una situazione, lo ha ricordato il presidente Alessandro Profumo, già vista lo scorso anno con la ricapitalizzazione da 5 miliardi.

Del resto anche la lettera firmata da Mario Draghi lo scorso 12 maggio, con la quale la Bce ha dato il via libera all'aumento, indica che i 3 miliardi non possono essere l'unica soluzione. La ricapitalizzazione deve essere accompagnata, dice Francoforte, dal completamento del piano di ristrutturazione messo in piedi dall'ad Fabrizio Viola e dall'aggregazione, o fusione, con un'altra realtà, meglio se un socio industriale. «Una soluzione strutturale», l'aveva definita il presidente della Bce.

La novità della giornata è arrivata invece a Borsa chiusa, quando la Fondazione Mps ha comunicato di essere scesa, la scorsa settimana, dal 2,5 all'1,55% nel capitale Mps, quota per la quale «è intenzionata a sottoscrivere l'aumento».

Per la verità pure questa soluzione negli ambienti finanziari veniva data come l'unica possibile già da qualche giorno, ma solo oggi è arrivata la conferma della vendita dell'Ente guidato da Marcello Clarich. L'adesione definitiva all'aumento di Palazzo Sansedoni sarà possibile solo dopo il via libera del Mef. La decisione assunta dall'Ente, che comunque punta alla diversificazione, «comporta un ulteriore impegno finanziario per la Fondazione e conferma la valenza strategica dell'interessenza nella conferitaria nel solco del mantenimento del legame con il territorio». L'Ente quindi si aggiunge ad Axa (3,17%), Fintech (4,50%), e anche l'adesione di Btg Pactual (scesa all'1,9% come comunicato da Consob) è quasi certa.

Intanto è probabile che nei prossimi giorni la volatilità resti alta. Per questo la Consob, già venerdì scorso, aveva annunciato l'intenzione di monitorare «attentamente l'andamento sul mercato delle azioni» per tutto il periodo dell'offerta, cioè fino all'8 giugno con i diritti che saranno esercitabili fino al 12 giugno. Solo a operazione chiusa si conoscerà la composizione del nuovo azionariato di Rocca Salimbeni nel quale da luglio, e per almeno 6 mesi, entrerà anche il Tesoro che convertirà 243 milioni di interessi sui Monti bond. Subito dopo inizierà la partita per individuare il sostituto di Profumo che all'ultima assemblea ha accettato la riconferma «a tempo», fino alla conclusione dell'aumento. Forse, tra i palazzi senesi e quelli romani, la gara è già iniziata.

Sono i milioni di euro portati a Siena dall'aumento di capitale partito ieri con termini molto diluitivi

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