Economia

Ecco la "trappola" di Quota 100: "Pensioni pagate e poi ritirate"

Allarme sugli assegni dei pensionati: pagati da aprile anche senza la cessazione dal lavoro. Bignami (FI): "Servono chiarimenti"

Ecco la "trappola" di Quota 100: "Pensioni pagate e poi ritirate"

Su quota 100 incombe una trappola pericolosa. I dipendenti Inps infatti avrebbero ricevuto una circolare in cui viene dato l'ok al pagamento delle pensioni per i quotisti a decorrere dall'1 aprile 2019 anche senza la documentazione sulla cessazione del rapporto di lavoro. A segnalare questo scenario è il deputato di Forza Italia, Galeazzo Bignami che in una nota afferma: "Con il messaggio ’Hermes 1008’ dell’11 marzo 2019, rivolto ai dipendenti Inps, è stato richiesto, ai dipendenti stessi, di liquidare le pensioni Quota 100 con decorrenza 1° aprile 2019, in via straordinaria anche senza la disponibilità nell’archivio Unilav dei dati relativi alla cessazione del rapporto di lavoro. Un fatto insolito, singolare, a seguito del quale ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro". Infatti per ottenere l'assegno della pensione è necessaria la "cessazione del rapporto di lavoro dipendente, che deve essere già visibile sul sito del ministero del Lavoro - spiega Bignami -. Pertanto, l’atto di liquidazione da parte dei dipendenti Inps, in assenza di tale requisito, potrebbe apparire non conforme alla legge. La richiesta relativa al messaggio Hermes, infatti, riguarda una liquidazione da effettuarsi, in via straordinaria, per le pensioni Quota 100 con decorrenza 1° aprile 2019, sulla base di semplici dichiarazioni di natura non vincolante, anticipate dal richiedente, riguardo una possibile futura cessazione del rapporto di lavoro al 31 marzo 2019".

E da qui il rischio più grosso: le pensioni potrebbero essere erogate per poi essere ritirate. E lo stesso parlamentare azzurro spiega: "Il rischio - prosegue Bignami - è che possano essere liquidate pensioni in modo non conforme alla normativa con la conseguenza che le stesse possano essere non dovute e dovranno essere pertanto recuperate gestendo dei reincassi. È verosimile infatti che numerose persone abbiano presentato domanda solo in via cautelativa in attesa della conversione in legge del decreto e non è detto che le stesse si licenzieranno davvero.

Oltre a generare situazioni potenzialmente non conformi alla legge, la richiesta giunta ai dipendenti Inps costituirà per gli stessi un ulteriore aggravio lavorativo e si ritroverebbero a trascurare altre prestazioni ordinarie che i cittadini, legittimamente, si attendono che vengano erogate".

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