Economia

Enel pronta a investire 28 miliardi

Varato il dividendo minimo garantito. Starace: "Siamo più forti". Il focus sul green

Enel pronta a investire 28 miliardi

Enel punta 27,5 miliardi al 2021 e lancia il dividendo minimo garantito assicurando ai propri azionisti, Tesoro in primis, un cospicuo assegno per i prossimi tre anni. La novità del piano industriale 2019-2021, presentato ieri a Milano, assicurerà al Mef (azionista con il 23,6%) un'entrata minima tra 768 milioni (nel 2019) e 864 milioni (nel 2021 quando il dividendo minimo sarà di 0,36 euro). Una garanzia premiata dal mercato: il titolo, a dispetto delle perdite di Piazza Affari, dopo aver corso per l'intera seduta ha registrato una performance in controtendenza chiudendo in rialzo dello 0,79% 4,59 euro.

«Decidere in anticipo un dividendo minimo è un segnale di forza spiega un analista e di trasparenza». A dispetto delle turbolenze politiche, Enel intravede più chiaramente ciò che sarà la performance nel futuro. «Abbiamo ripulito aree rischiose spiega l'ad Francesco Starace - abbiamo realizzato delle cessioni che in qualche modo erano punti interrogativi e per lo più non ci sono problemi regolamentari dove operiamo. Ci sentiamo molto più forti sulla performance nei prossimi 3 anni». Così Enel ha potuto definire questa nuova politica di remunerazione: sarà distribuito il dividendo maggiore fra quello basato sull'indicato pay-out del 70% e il minimo garantito annualmente. Il nuovo piano, nella sostanza, è un continuum di quello precedente e rafforza l'impegno del gruppo nelle rinnovabili a cui sono destinati il 42% degli investimenti. In buona parte al di fuori dei confini nazionali. Sul fronte green, infatti, Enel in Italia non si muoverà fino a quando «il quadro regolatorio non sarà definito», con ogni probabilità nei primi mesi del 2019. «Non abbiamo chiarezza a sufficienza sul quadro normativo in Italia, per questo non abbiamo inserito gli investimenti sulle rinnovabili», ha affermato Starace, aggiungendo che all'Italia sono destinati 8 miliardi per lo sviluppo del business retail, dei contatori intelligenti, della mobilità elettrica e della fibra ottica con Open Fiber.

In particolare, nei prossimi tre anni, Enel rafforzerà il focus sui mercati in cui ha una presenza integrata come Italia, Spagna, Cile e Brasile. La società prevede di generare un incremento cumulato dell'ebitda ordinario di 3,2 miliardi: +6% a 16,2 miliardi nel 2019, a 17,4 miliardi nel 2020 e a 18,5 miliardi a fine periodo. L'allocazione degli investimenti lordi dal punto di vista delle business line è divisa in cinque aree: 42% in rinnovabili, 40% nelle reti, 5% nel retail, 4% a sostegno della crescita di Enel X, 9% nella generazione termoelettrica. Un piano che ha come file rouge la decarbonizzazione e che prevede che il 62% dell'energia generata dal gruppo nel 2021 sia a zero emissioni. Mission che apre la strada alla creazione di valore, con le rinnovabili che dovrebbero generare un incremento cumulato dell'ebitda di 1 miliardo di euro tra quest'anno e il 2021.

Investimenti e dividendi in aumento, quindi, a fronte però di un indebitamento finanziario netto visto sostanzialmente stabile a 41,8 miliardi di euro nel 2021.

Nell'agenda di Enel ci sono anche acquisizioni di medie società. «Crediamo che possano rappresentare un potenziale», ha osservato Starace, precisando, tuttavia, che «grosse operazioni non hanno senso in una fase di forte transizione».

Il top manager ha, invece, aperto la porta a un possibile buy back: «Il potenziale è buono, anzi il titolo è relativamente depresso dovrei dire e quindi perché no, ci possiamo pensare».

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