Economia

Essilux, grana Thailandia Frode da 190 milioni

Nello stabilimento Essilor scoperte fatture false e finti fornitori. Licenziati i responsabili

Essilux,  grana Thailandia Frode da 190 milioni

Altro che «Ocean Eleven» o «American Hustle» o «La Stangata» con la coppia d'oro di Hollywood, Paul Newman e Robert Redford a tirare le fila di una truffa colossale. I veri maghi della truffa avrebbero potuto essere alcuni dirigenti thailandesi di Essilor, partner francese di Luxottica, capaci di far evaporare con un sistema banale centinaia di milioni euro, salvo poi venire scoperti, denunciati e licenziati.

Ieri mattina Essilor International, controllata di EssilorLuxottica, ha denunciato una frode avvenuta in uno dei suoi stabilimenti in Thailandia che potrebbe costare fino a 190 milioni di euro in termini di utile operativo. Il big italo-francese dell'occhialeria non è entrato nei dettagli della frode. Ma, secondo la ricostruzione di Bernstein, si sarebbe trattato di un sistema organizzato dal management locale di Essilor di pagamenti in contanti a fornitori fittizi. Il che sembra fin troppo semplice visto che tecnologia, web, criptovalute e blockchain non paiono essere stati coinvolti in quella che gli esperti ritengono sia la truffa di maggiori dimensioni avvenuta nel settore. L'incidente è costato a EssilorLuxottica il 3% della capitalizzazione di Borsa: il titolo ha quindi chiuso l'ultima seduta dell'anno a 134,9 euro.

In termini di bilancio, la truffa potrebbe costare, a giudizio di Equita, il 10% circa dell'utile 2019 ma la di là dei numeri, il broker (che mantiene una raccomandazione di acquisto con un target a 147 euro) sottolinea come «l'entità della frode colpisca e ponga qualche perplessità sulle procedure di controllo in essere, per cui ci aspettiamo un immediato rafforzamento, allineato con quelle in atto in Luxottica».

L'incidente potrebbe poi spingere i fondi azionisti, a chiedere un passo in avanti nell'integrazione tra le due società e, più in generale, sulla gestione del polo di occhialeria leader mondiale nel settore. Poche settimane fa l'hedge fund attivista Third Point aveva puntato il dito sul sistema di governance duale del gruppo, ritenuto «scarso» in quanto avrebbe «rallentato l'integrazione e bloccato il processo strategico decisionale».

Le nozze italo-francesi da 60 miliardi circa di capitalizzazione erano state presentate nel 2017 come un matrimonio tra eguali, ma nel corso dei mesi successivi si è assistito a un braccio di ferro tra Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, e Hubert Sagnières alla guida di Essilor. La tregua raggiunta tra le parti a metà maggio prevede una gestione con pari poteri fino al rinnovo del cda previsto con l'assemblea dil bilancio 2020. Nel frattempo Francesco Milleri (ad di Luxottica) e Laurent Vacherot (ad Essilor) , secondo i patti, lavoreranno per accelerare la semplificazione del nuovo gruppo attraverso l'integrazione delle due società operative. Tempi troppo lunghi per il fondo attivista di Daniel Loeb.

E considerando la portata della truffa che ha coinvolto lo stabilimento di Essilor International, in Thailandia, potrebbe non essere il solo.

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