Economia

Europa, Moscovici: "Più flessibilità all’Italia, ma avanti con le riforme"

Ma il commissario agli affari economici precisa: "Lo sforzo richiesto di 0,25 va comunque rispettato"

Europa, Moscovici: "Più flessibilità all’Italia,  ma avanti con le riforme"

Ancora una volta l’Europa "concede" e bastona. L’analisi sul bilancio dello stato italiano che la Commissione Ue farà a inizio marzo "si baserà sulla nuova flessibilità", ma "lo sforzo richiesto di 0,25 va comunque rispettato" ed entro questa settimana devono arrivarci "i dati su bilancio, riforme e sforzi" previsti. I margini si allargano, ma gli impegni vanno rispettati." Sono queste le parole di Pierre Moscovici, commissario Ue agli affari economici, che in conferenza stampa ha spiegato: "dobbiamo ricevere entro questa settimana, prima della finalizzazione delle previsioni economiche che presento il 5 febbraio, le informazioni relative alle analisi economiche e di bilancio italiane, oltre agli impegni su riforme".

Sull’utilizzo della flessibilità non ci sono dubbi: "La nostra analisi si farà a inizio marzo e si baserà sull’applicazione della flessibilità perché questa comunicazione è immediata, è solo un’interpretazione delle regole che è compresa nel mio portafoglio".

Per l’Italia, spiega Moscovici, "lo sforzo richiesto passa da 0,5 a 0,25, che è già un progresso e che va rispettato. L’Italia può beneficiare delle tre clausole, quella per investimenti, quella per le riforme e quella per l’aggiustamento ciclico", che, a causa della recessione, di fatto, ha già ridotto lo sforzo richiesto. Ma il commissario sottolinea che "potenzialmente" ha accesso alle tre clausole, perché per avervi accesso servono "riforme e investimenti". In particolare la Commissione Ue vuole "sostenere il percorso di riforme e negli ultimi anni sono stati fatti sforzi notevoli per uscire dalle difficoltà economiche e rilanciare gli investimenti. Le riforme devono andare avanti e devono essere rafforzate", ma deve anche "essere assicurata la loro attuazione efficace e rapida".

Se il governo italiano non dovesse rispettare i "diktat" europei, Bruxelles risponderà, come al solito, con la carta delle sanzioni che però "sono sempre una sconfitta, lo scopo della Commissione non è punire ma convincere, vogliamo avere un dialogo costruttivo" con l’esecutivo di Matteo Renzi.

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