Economia

Fca, via 1.500 posti in Canada. Il mercato boccia i minivan

Cancellato un turno a Windsor. "Faremo il possibile per ricollocarli". Il premier: "Mi batterò per loro"

Fca, via 1.500 posti in Canada. Il mercato boccia i minivan

Confermato l'investimento di 5 miliardi in Italia e in attesa di sviluppi sul fronte delle alleanze, ora Fca mette mano al suo polo produttivo più importante, quello Oltreoceano, per allinearlo alla domanda del mercato. Suv (Jeep) e pick-up (Ram) trainano le vendite negli Stati Uniti, a scapito dei minivan. E così l'ad Mike Manley si vede costretto a ridurre la forza lavoro al Windsor Assembly Plant, in Ontario (Canada). Il provvedimento riguarda 1.500 lavoratori dell'impianto che sforna l'elegante monovolume a sette posti Chrysler Pacifica, lo stesso equipaggiato negli Usa anche con il motore ibrido plug-in e, tra l'altro, scelto da Waymo per le sperimentazioni sulla guida autonoma. Dalle linee canadesi esce anche il Dodge Grand Caravan.

Il gruppo ha comunicato al sindacato Unifor che farà ogni sforzo possibile per venire incontro ai dipendenti interessati dai tagli. In pratica, l'attività della fabbrica sarà riportata, dal 30 settembre prossimo, a due turni. Ai lavoratori sarà offerta la possibilità di beneficiare di «scivoli» pensionistici. Fca, inoltre, «farà ogni sforzo possibile per collocare i dipendenti non appena saranno disponibili altre posizioni, operazione che avverrà in base all'anzianità».

Manley è dunque impegnato a riorganizzare la produzione negli Usa, da una parte alla luce dell'andamento del mercato, dall'altra seguendo le indicazioni del piano industriale globale presentato, l'1 giugno dello scorso anno, dal suo predecessore Sergio Marchionne. Alla fine di febbraio, in proposito, Fca aveva annunciato la realizzazione di uno stabilimento per la produzione di automobili a Detroit, il primo in 27 anni a Motor City, nell'ambito di un piano di investimenti da 4,5 miliardi di dollari per creare 6.500 posti di lavoro negli Stati Uniti, con il conseguente ringraziamento di Donald Trump.

Al di là del confine canadese, invece, la situazione si è fatta preoccupante. Sempre in Ontario, la General Motors ha deciso di lasciare a casa 2.500 persone a Oshawa, nell'area di Toronto. E il primo ministro Doug Ford ha assicurato che «si batterà con le unghie e con i denti per difendere i posti di lavoro nel settore dell'auto a Windsor». La fabbrica in questione impiega 6.100 dipendenti.

Fca, Gm e Ford, intanto, si preparano ad affrontare un rinvigorito sindacato Uaw, il cui leader, Gary Jones, ha già minacciato una serie di scioperi in vista dell'avvio della fase più calda dei negoziati per il rinnovo del contratto di lavoro, in scadenza il prossimo 14 settembre.

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