Economia

Fca al bivio, Elkann studia le alleanze

Riprende il toto-nozze: Renault o Psa? Iveco, intanto, torna a guardare agli Usa

Fca al bivio, Elkann studia le alleanze

Per la holding Exor e le controllate Cnh Industrial, Ferrari e Fca si preannuncia un settembre intenso. Si parte martedì 3 con il «Capital markets day» di Cnh I, mentre il giorno successivo sarà la volta della semestrale di Exor. Il 9 settembre, a Maranello, andrà in scena l'evento «Universo Ferrari», durante il quale saranno svelate la terza e la quarta novità del 2019. C'è poi Fiat Chrysler Automobiles che, insieme a Ferrari e a numerose altre Case, diserterà il Salone dell'auto di Francoforte, in programma dal 12 al 22 settembre.

Passato il Ferragosto, sul Lingotto ripiomba il toto-nozze. Due i gruppi indiziati: Renault (e sarebbe il secondo tentativo) e Groupe Psa, dopo che il socio cinese Dongfeng ha annunciato l'intenzione di monetizzare la propria partecipazione pari al 14,1%, la stessa detenuta dalla famiglia Peugeot e dallo Stato francese.

Sia che le trattative riprendano con Renault sia che Fca fosse interessata alla quota di Dongfeng in Psa, il nodo da sciogliere resta quello dell'Eliseo, già protagonista in negativo nel matrimonio sfumato a un passo dell'altare tra il gruppo italo-americano e Renault (lo Stato è il primo azionista con il 15%). L'ad Mike Manley ha aperto a una ripresa del dialogo «se le circostanze dovessero evolversi», facendo comunque intendere che quella di Renault «non è l'unica opportunità». Porte aperte, dunque, ad altri costruttori, ma anche la certezza, da parte di Manley, che «Fca è in grado di sopravvivere da sola».

Concetto ribadito ieri, al Concorso d'eleganza di Pebble beach, in California, dal presidente John Elkann.

Un ulteriore aggiornamento potrebbe arrivare a margine del «Capital markets day» di Cnh I, al quale dovrebbe partecipare il presidente di Exor, John Elkann. Il numero uno della holding ha infatti trattato in prima persona il negoziato con i vertici di Renault e, di riflesso, con il governo di Parigi.

Fca, comunque, dovrà aspettare che Renault e Nissan si chiariscano sulle partecipazioni incrociate. L'alleato giapponese, attualmente senza diritti di voto, pretende che Renault riduca la sua quota, ora del 43,4%, e che allo stesso tempo l'Eliseo alleggerisca il suo peso. Non sarà un iter facile e i tempi si preannunciano lunghi.

E l'ipotesi Psa? Il gruppo guidato da Carlos Tavares pensa in grande e vuole espandersi. La decisione del socio cinese di disfarsi della quota potrebbe essere l'occasione per accogliere un nuovo partner, sempre che Tavares intraveda le giuste sinergie e un valore aggiunto per Psa. Il gruppo guarda agli Usa, e qui Fca potrebbe essere la soluzione, ma sta anche riorganizzando tutte le attività in Cina. A occuparsene è l'italiano Massimo Roserba, ex Fca ed ex ad di Psa Italia, da febbraio a Pechino per rimettere ordine alla joint venture tra i marchi francesi e Dongfeng.

La Cina, con il mercato in calo, ha visto invece crescere il numero dei costruttori. Da qui l'eccesso di capacità produttiva e l'esigenza di rivedere la rete commerciale.

Il titolo Fca, intanto, è arretrato fino a quasi 11 euro. Colpa del rallentamento del mercato cinese, problema che interessa l'intero settore, ma soprattutto per i timori di una frenata dell'economia Usa, mercato chiave per i profitti del Lingotto. A pesare sulle azioni sono anche le vendite negative in Italia e in Europa.

A smuovere il titolo, per gli analisti, potrebbe essere una news sul tema alleanze. I fari sono dunque puntati su quello che il presidente di Exor e della stessa Fca potrebbe dire a margine del «Capital markets day» di Cnh I, che si svolgerà a New York.

Nell'occasione, l'ad Hubertus Mühlhäuser illustrerà i piani di sviluppo del gruppo fino al 2024. Fari puntati su Iveco e sulle strategie destinate a risollevare il comparto dei camion medi e pesanti. Per il marchio, che ha da poco presentato S-Way, erede di Stralis, si parla da tempo di un ingresso nel mercato Usa che potrebbe avvenire attraverso accordi. A livello di ricavi, Iveco rappresenta in Cnh I circa il 35%, come il settore delle Macchine agricole. A New York, in proposito, per Case IH e New Holland dovranno essere definite le strategie che valorizzino le identità dei marchi grazie alla differenziazione delle gamme prodotto.

Da capire il destino della divisione Costruzioni (circa il 10% del business di Cnh I) e i progetti «green» relativi ai Motori (15% dei ricavi).

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