Economia

Fca cresce più di Psa-Opel in Europa. E sul sogno Gm c'è il fattore Trump

Il Lingotto spinge le vendite a gennaio (+15%). Ma Barra frena

Fca cresce più di Psa-Opel in Europa. E sul sogno Gm c'è il fattore Trump

In Europa, Fca va meglio delle promesse spose Psa e Opel. A gennaio il Lingotto ha visto salire le vendite del 15,2% e la quota di mercato passare dal 6,6% al 7%, grazie soprattutto alla spinta di Alfa Romeo (+31,4%) e Fiat (+17,3%), con la nuova Giulia e la famiglia Tipo. Da parte loro, Psa (Peugeot-Citroën-Ds) e Opel hanno visto crescere le immatricolazioni, rispettivamente del 6,5% e del 5,3%. E questo a fronte del +10,1% segnato dal mercato nel suo complesso. In Borsa, intanto, le azioni di Fca ieri hanno tirato il fiato: -0,37% a 10,78 euro dopo aver toccato un massimo di 11 euro.

A dominare la scena è sempre il dopo matrimonio Psa-Opel, se cioè si creeranno i presupposti per un mega-accordo tra Gm, alleggerita dalla cessione della controllata tedesca, e Fca. Tutti gli scenari sono aperti e quello che appare fin da ora determinante a un avvicinamento tra le parti, dopo la poco proficua esperienza durata dal 2000 al 2004, sarà il neo presidente Usa, Donald Trump.

Ieri l'agenzia Bloomberg ha rilanciato il non interesse della ceo di Gm, Mary Barra, a una fusione con Fca, ma anche con altri produttori. L'unione di Opel con Psa, inoltre, renderebbe il nuovo gruppo più forte in termini di sinergie e di sviluppo tecnologico, proprio a scapito di Fca in Europa. Impressioni che Bloomberg dice di aver raccolto da fonti a conoscenza della linea di pensiero americana. Potrebbe però essere Trump, aggiungiamo noi, a fare da ago della bilancia. Il fatto che Gm abbia chiuso il 2016 al quarto posto della classifica mondiale dietro, nell'ordine, a Volkswagen, Toyota e Renault-Nissan, sicuramente non ha fatto piacere all'inquilino della Casa Bianca, che vuole mostrare al mondo i muscoli del suo Paese.

Unendosi a Fca, a questo proposito, Mary Barra farebbe due favori a Trump, di cui è tra l'altro consigliera sui temi dell'economia e dell'occupazione: riporterebbe il gruppo di Detroit nella posizione di leadership e, grazie al Lingotto, avrebbe a disposizione altri impianti negli Stati Uniti, potendo così ripensare le strategia produttive fuori confine.

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