Economia

Fca, Manley si tiene anche l'Europa

Per ora Altavilla non sarà sostituito. Le sfide sono gli impianti in Italia e l'elettrico

Pierluigi Bonora

Mike Manley manterrà l'interim dei mercati Emea di Fiat Chrysler Automobiles: Europa, Africa e Medio Oriente. Alfredo Altavilla, l'ex responsabile che da oggi è ufficialmente fuori da Fca, dopo aver rassegnato le dimissioni per non essere diventato ceo del Lingotto, non avrà dunque - per il momento - un sostituto. Manley, oltre a occuparsi dei mercati Emea, Italia inclusa, manterrà per ora anche il ruolo di capo dei marchi Usa, Jeep e Ram, nonché del Nord America.

Per l'Europa, a questo punto, tutto sarebbe rimandato a tempi ancora da stabilire. Il manager britannico, subentrato a Sergio Marchionne pochi giorni prima della sua scomparsa, avvenuta il 25 luglio scorso a Zurigo, si avvarrà ovviamente del supporto dei responsabili delle varie divisioni, in particolare di quelle preposte ai rapporti industriali, istituzionali e commerciali, in vista di un autunno che si preannuncia piuttosto caldo a causa delle incognite riguardanti le previste novità strategiche e produttive in Italia.

Finora, come possibili sostituti di Altavilla alla guida dei mercati Emea, si era parlato di Pietro Gorlier, ad di Magneti Marelli e Mopar; Gianluca Italia, direttore generale di Fca Italia; Daniele Chiari (rapporti istituzionali); e Davide Mele, il quale ha lavorato al fianco dell'ex capo a Mirafiori.

Il fatto che sarà Manley, per un periodo di tempo, a occuparsi del mercato europeo, deriva dalla sua esperienza internazionale (ha guidato la regione Asia-Pacifico di Fca) e, soprattutto, dall'intenzione di conoscere meglio i problemi di una realtà «nuova» per il manager che, il prossimo 7 settembre, al termine dell'assemblea straordinaria degli azionisti, in programma ad Amsterdam, avrà ufficialmente in mano il futuro del gruppo presieduto da John Elkann.

E sarà subito pressing da parte dei sindacati, rimandati da Marchionne, a dopo l'estate, per conoscere dove saranno realizzati i nuovi modelli inseriti nel piano di sviluppo al 2022. E come saranno gradualmente convertiti alla produzione di motori elettrificati gli stabilimenti specializzati nel diesel.

C'è poi la scure dei dazi minacciati da Donald Trump che, se applicati, scombussolerebbero i progetti di potenziamento, negli Usa, di Alfa Romeo e Maserati, la cui produzione avviene solo in Italia.

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