Economia

Fca nel mirino di Fbi e Sec che indagano sulle comunicazioni dei dati di vendita negli Usa

Pierluigi Bonora

Si gonfia il caso delle presunte vendite fasulle di Fca sul mercato americano. A presentare una denuncia alle autorità preposte era stato, tempo fa, un concessionario dell'area di Chicago. Il Dipartimento di giustizia, come riporta Bloomberg, ha infatti avviato un'indagine su Fiat Chrysler Automobiles per presunta frode. L'inchiesta spiegano due fonti citate sul sito dell'agenzia, sarebbe alle fasi iniziali e riguarderebbe le accuse del dealer sull'abitudine del gruppo di gonfiare le consegne pagando i rivenditori: incentivi finanziari affinché registrassero falsamente le consegne. Sec e Fbi hanno fatto visita nella sede di Fca, ad Auburn Hills, e sentito attuali ed ex dipendenti.

In una nota, Fca afferma «di aver prestato la propria collaborazione in un'inchiesta della Sec sui dati relativi alle vendite da concessionari a clienti finali negli Usa», precisando, inoltre, che «Fca nelle relazioni finanziarie annuali e trimestrali riporta i ricavi sulla base delle sue spedizioni a dealer e clienti e non sulla base delle unità riportate come vendute a clienti finali dai concessionari». A Wall Street, intanto, il contraccolpo si è fatto sentire sulle azioni Fca, che ieri alle 20,30 ora italiana perdevano l'1,56%; resta da vedere quanto il caso peserà oggi su Piazza Affari. Per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, alla vigilia della semestrale, si tratta di una tegola non indifferente. Le accuse, se provate, inciderebbero sulla credibilità del colosso automobilistico nel mercato più importante dove opera. Il calcolo delle immatricolazioni mensili, negli Usa, avviene in modo diverso rispetto all'Europa. Nel Vecchio Continente, infatti, ogni mese le varie Motorizzazioni fanno affluire alla Acea, l'associazione dei costruttori europei di veicoli, i dati sulle immatricolazioni dei singoli produttori.

Negli Usa, invece, sono le singole società a comunicarli.

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