Economia

Fca-Psa, verso ok. Antitrust alle nozze

La Borsa vede il via libera anticipato entro l'anno e premia i titoli. Cosa cambia

Fca-Psa, verso ok. Antitrust alle nozze

Fca e Psa sempre più vicine. E in Borsa si accende una luce in una giornata condizionata dai timori crescenti a causa della pandemia. Il possibile benestare, in anticipo rispetto ai tempi previsti (2 febbraio 2021) dell'Antitrust Ue alla fusione tra i due gruppi, ha premiato il titolo torinese che nel corso della giornata è salito fino al 3%, per poi chiudere a +0,72% (11,18 euro). Il parere favorevole, secondo indiscrezioni, dovrebbe arrivare addirittura già entro la fine dell'anno. Significa che Bruxelles avrebbe valutato positivamente i rimedi presentati dai due costruttori per alleviare i timori dei funzionari sull'impatto della fusione, in particolare sul mercato dei veicoli commerciali leggeri in Europa.

La Commissione sarebbe stata convinta dalla proposta di rafforzamento della collaborazione tra Psa e il partner Toyota: i transalpini, in proposito, si sono offerti di aumentare la capacità produttiva riservata ai prodotti della Casa giapponese presso lo stabilimento di Hordain, nella Francia settentrionale. Ci sarebbero poi state ulteriori concessioni, come la disponibilità a riconoscere alle reti commerciali di alcune città la possibilità di offrire servizi di riparazione anche ad altri concorrenti. Tutte proposte avanzate a Bruxelles a fine settembre.

A questo punto, comincia a prendere sempre più forma il gruppo automobilistico e di servizi alla mobilità, Stellantis, frutto dell'unione Fca-Psa, il quarto a livello mondiale. «La notizia - il commento di Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - ha rafforzato le aspettative del mercato che ormai crede con decisione in una chiusura dell'operazione entro il primo trimestre del 2021, premiando le azioni dei protagonisti in una giornata borsistica fortemente negativa per i principali indici mondiali e per il settore automotive. Va comunque evidenziata l'anomalia del titolo Exor, holding di partecipazioni della famiglia Elkann-Agnelli e azionista di maggioranza di Fca, che presenta ai prezzi attuali uno sconto del 42% tra la capitalizzazione di Borsa (circa 11,7 miliardi) e il valore ricavabile dalla sommatoria delle partecipazioni nelle singole aziende quotate e non quotate, al netto della posizione finanziaria, circa 20,2 miliardi». La fusione Fca-Psa ha già avuto il semaforo verde dei rispettivi azionisti e di altre 14 giuridiszioni, tra cui Usa e Cina. È anche stato raggiunto un accordo per modificare parti dei patti originali: previsti, tra l'altro, una riduzione dell'ammontare di cedole straordinarie per gli azionisti Fca e un rinvio dello scorporo di Faurecia, modifiche decise anche per preservare la liquidità della nascitura Stellantis. Domani, intanto, si conosceranno i conti trimestrali di Fca con i commenti dell'ad Mike Manley (nella foto) e del cfo Richard Palmer.

Come consuetudine, infine, il sindacato Fim-Cisl ha fornito i dati produttivi per gli impianti italiani di Fca riscontrando, nel terzo trimestre, un rimbalzo che «ha consentito di recuperare gli effetti negativi dei primi 6 mesi». Da gennaio a settembre la produzione risulta in calo di quasi il 27%, ma, secondo il segretario nazionale Ferdinando Uliano, la ripresa del terzo trimestre «colora di speranza la parte finale di questo pessimo anno.

In molte fabbriche, poi, non si utilizzano più gli ammortizzatori sociali».

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