Economia

Fca, senza il terzo socio più costi e meno cedole

Il no di Gm all'aggregazione fa male al titolo: -3% E oggi a Torino arriva il numero 2 di Detroit

Le domande che il mercato si pone dopo il secco no di Mary Barra, ad di General Motors, alla proposta di Sergio Marchionne (unire i due colossi dell'auto) sono soprattutto due: cosa farà l'ad di Fiat Chrysler Automobilies che si è visto anche negare (o meglio la richiesta è stata ignorata) dalla tenace top manager Usa un faccia a faccia? E cosa accadrà lungo l'asse Torino-Auburn Hills se Marchionne non riuscirà a trovare il terzo socio e se il suo allarme, a proposito della necessità di un nuovo consolidamento del settore per affrontare le costose sfide future, non troverà seguito? La conferma dello smacco subito da Fca non è stata presa bene dalla Borsa, sotto pressione anche per il riacutizzarsi della crisi greca. Ieri, a Milano, il titolo Fca ha perso il 3,06%, maglia nera del listino, mentre Marchionne, a Balocco (Vercelli) per l'inaugurazione di una strada intitolata a Umberto Agnelli, non ha commentato la vicenda.

Se Fca rimarrà tale anche in futuro, quindi solo Fiat più Chrysler Group, il piano quinquennale presentato nel 2014 ad Auburn Hills continuerà normalmente, ma senza beneficiare di quelle economie di scala che il terzo partner avrebbe assicurato. L'impatto riguarderebbe, a quel punto, la remunerazione del capitale investito e anche le cedole per gli azionisti.

Qualche cenno sulla chiusura tout court del colosso Usa alle avances di Marchionne potrebbe arrivare oggi da Torino, in occasione della visita di Dan Amman, president del gruppo di Detroit con responsabilità su tutti i mercati e i marchi, nonché della parte finanziaria, a Gm Powertrain per i primi 10 anni di attività del centro ingegneristico ubicato in Italia.

Marchionne insisterà su Gm, cercando, come sta facendo, di bypassare l'ad Barra, rivolgendosi direttamente ai grandi soci istituzionali del colosso? Oppure cercherà di riallacciare il dialogo con Volkswagen, nonostante non abbia più come interlocutore il presidente Ferdinand Piëch, uscito (per ora) di scena dopo aver perso la battaglia con il suo ex pupillo e ad Martin Winterkorn? «Marchionne - dice un analista - sta agendo su preciso inpunt del presidente e azionista di Fca, John Elkann (ieri Exor -2,8%, ndr ). Gli Agnelli sono consapevoli che restando al 30% di Fca sarebbero sottoposti a nuovi rischi data la ciclicità del business automobilistico. Una diluizione, che avverrebbe in presenza di una nuova fusione, mitigherebbe tale possibilità». Alcuni osservatori considerano comunque Gm un partner non ideale per Fca a causa delle eccessive sovrapposizioni. «Detroit - afferma uno di essi - favorirebbe Fca solo nell'area Asia-Pacifico, un mercato da 40 milioni di veicoli. L'integrazione con Volkswagen sarebbe positiva sia nell'area asiatica, dove i tedeschi sono forti, sia nell'area Usa dove il gruppo di Wolfsburg è invece debole».

E Tesla (auto elettriche sportive) e Apple (il progetto iCar), con le quali Marchionne ha parlato di recente? «Non garantirebbero volumi e sinergie di cui Fca ha ora bisogno».

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