Economia

Fca, si riapre lo scontro Europa-Italia

Procedura d'infrazione per le emissioni della Fiat 500X. Delrio: «Pronti a chiarire»

Fca, si riapre lo scontro Europa-Italia

Fca torna al centro di una querelle politica tra Italia e Commissione Ue, e tra il governo a trazione Pd e il Movimento 5 stelle. Casus belli è ancora una volta il tema emissioni. Bruxelles ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato adempimento, da parte di Fca - secondo la nota della Commissione Ue - degli obblighi derivanti dalla normativa in materia di omologazione dei veicoli. Il mercato non ha preso bene la notizia e il titolo del Lingotto ha chiuso in forte ribasso: -4,6% a 9,66 euro (male anche Exor: -3,33%). Il gruppo guidato da Sergio Marchionne è sotto inchiesta anche negli Usa per presunte violazioni degli standard sulle emissioni diesel.

Con la «lettera di messa in mora», primo passaggio della procedura d'infrazione alle norme Ue, la Commissione chiede che l'Italia risponda entro due mesi «alle preoccupazioni europee sull'adozione di misure insufficienti per quanto riguarda le strategie di controllo delle emissioni usate da Fca». Spetta infatti alle autorità nazionali verificare che un tipo di auto soddisfi tutte le regole, prima che possa essere venduto nel mercato unico. E se un costruttore viola gli obblighi, «le autorità nazionali devono adottare misure correttive, come ordinare un richiamo, e applicare sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive».

Il caso su cui è partita la procedura «si riferisce alle informazioni portate a conoscenza della Commissione, nel contesto di una richiesta da parte del ministero dei Trasporti tedesco nel settembre 2016, di mediare nel disaccordo tra autorità di Berlino e italiane sulle emissioni di ossidi di azoto prodotte da un'auto omologata in Italia». Sotto accusa è il modello Fiat 500X, prodotto a Melfi, in Lucania.

Immediata la replica del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio: «Si poteva fare un dialogo normale senza aprire una procedura di infrazione - ha commentato -; noi siamo comunque prontissimi a fornire tutte le spiegazioni possibili». Il 19 ottobre 2016, inoltre, il responsabile tecnico di Fca, Harald Wester, aveva ribadito davanti alla speciale commissione d'inchiesta Emis dell'Europarlamento l'inesistenza di software truccati sui modelli Fiat. E sempre Wester aveva lamentato la mancanza di chiarezza delle regole Ue in materia rispetto agli Stati Uniti.

L'intervento di Bruxelles ha servito un assist d'oro al M5S che da mesi insiste sulla non veridicità delle affermazioni di Delrio. «L'arroganza di Renzi e Delrio - attacca la parlamentare Ue, Eleonora Evi - ci condanna all'ennesima figuraccia internazionale. Il governo ha responsabilità gravissime. Avrebbe dovuto immediatamente rendere pubblico l'imbarazzante rapporto italiano sul comportamento emissivo di alcune vetture. Questo studio è stato consegnato solo dopo numerose insistenze al Parlamento Ue. Il governo ha cercato in tutti i modi di scagionare Fca. Ora l'Europa ci contesta, ovviamente, di non aver effettuato i dovuti controlli, di non aver ordinato i richiami obbligatori, e l'impianto di manipolazione usato, ovvero un sistema che permetteva alle auto di inquinare meno per 22 minuti esatti. Tempistica che casualmente coincide con la durata dei test di omologazione».

«La responsabilità di far rispettare la legge e di punire coloro che la violano non può essere lasciata solo agli Stati membri. Sono in gioco la fiducia e la salute dei cittadini», così l'eurocommissaria Elzbieta Bienkowska ha motivato la lettera di messa in mora all'Italia.

Procedure, intanto, sono già in corso verso quei Paesi che hanno dato l'ok alle omologazioni del Gruppo Volkswagen nell'Ue, per non aver applicato le sanzioni stabilite dalle disposizioni nazionali, nonostante l'uso di una centralina illegale da parte del colosso tedesco.

La procura di Stoccarda ha infine confermato l'indagine sul ceo Matthias Müller al quale sarebbe contestata la manipolazione del mercato e riguarderebbe il suo ruolo in Porsche Se, la holding che detiene la maggioranza del gruppo di Wolfsburg.

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