Economia

Federagenti: "Esclusi dalle rotte, l’interscambio rischia bolla finanziaria"

Federagenti: "Esclusi dalle rotte, l’interscambio rischia bolla finanziaria"

«In Mediterraneo arrivano navi portacontainer lunghe quattro campi di calcio, ma per i porti italiani esistono scarse speranze di attrarle. I ritardi nella riforma portuale e nel Piano della logistica contribuiscono ad alimentare l’incertezza». Sono le conclusioni del convegno organizzato da Federagenti (l’associazione degli operatori marittimi) dal titolo “Il confine dei giganti”. Conclusione che lanciano un allarme: senza un piano della logistica il settore rischia il declino.

“Tutti gli interventi legislativi, regolatori e infrastrutturali del settore – ha detto il presidente di Federagenti, Michele Pappalardo - sono fermi al palo e il Paese si trova a subire passivamente scelte sulle quali non può incidere perché non può neppure contare sulla definizione di un piano logistico o su scelte precise su quali porti (e su quali sistemi infrastrutturali coerenti) potranno ambire a un ruolo sulle grandi rotte del trasporto container”. La corsa al gigantismo navale dei grandi gruppi che controllano il trasporto mondiale di merci in container, e quindi di tutti i principali beni di consumo, mette in grande evidenza una fragilità senza precedenti nel sistema portuale del Mediterraneo, che rischia di rimanere escluso dalle grandi rotte internazionali dell’interscambio commerciale.

Attualmente le navi giganti provenienti dall’estremo oriente non prevedono lo scalo in Mediterraneo, se non occasionalmente a Malta, ma fanno rotta principalmente negli scali del nord Europa. Secondo Michele Acciaro (Università di Amburgo) e Sergio Bologna – grandi esperti della materia - il mondo marittimo, e quindi anche l’interscambio mondiale che per oltre l’80% viaggia per mare, rischia una grande bolla finanziaria. In 5 anni la flotta mondiale per il trasporto merci è cresciuta del 37%, con tassi annuali anche del 10%, a fronte di una recessione economica mondiale. I sistemi portuali di molti paesi, tra questi anche l’Italia, rischiano quindi di subire non solo le conseguenze dello squilibrio fra domanda e offerta, ma anche una crescente emarginazione dalle grandi rotte dell’interscambio mondiale.

Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, e Ivano Russo, consigliere del ministro Graziano Delrio.

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