Economia

Ferrari "sgasa" prima di Wall Street

Il Cavallino alza le stime sul trimestre. Gli analisti: "Ora il prezzo del collocamento può arrivare fino a 62 dollari", oggi la decisione

Ferrari "sgasa" prima di Wall Street

Alla vigilia della quotazione di Ferrari alla Borsa di New York, a rendere lo storico evento ancora più frizzante per gli investitori, arrivano le stime al rialzo che Maranello mette in conto per il terzo trimestre: utili netti compresi tra 93 e 96 milioni di euro, +60/66% rispetto allo stesso periodo del 2014. È quanto emerge dall'aggiornamento del prospetto preliminare depositato alla Sec, cioè la Consob americana. A essere quotato da domani a Wall Street sarà il 10% di Ferrari, per un valore di circa un miliardo di dollari, e solo stasera, a contrattazioni chiuse, si conoscerà il valore del titolo: la forchetta indicata in un primo tempo è compresa tra 48 e 52 dollari. Ma alla luce dell'elevata richiesta, secondo alcuni analisti la quotazione potrebbe salire fino a un prezzo massimo di 62 dollari (in una nuova forchetta che partirebbe da 57 dollari), per azione «Race», denominazione «rampante» scelta da Sergio Marchionne per l'occasione. In questo caso (62 dollari) nella cassaforte di Fca confluirebbero 171 milioni di euro in più, a beneficio della riduzione del debito, portando l'incasso derivante dalla quotazione a 1,173 miliardi di dollari, mentre l'80% delle azioni che resteranno in mano al Lingotto fino allo scorporo di Ferrari all'inizio del 2016, varrà 1,56 miliardi di dollari in più.

L'aggiornamento inoltrato alla Sec include poi le previsioni sul fatturato, visto a quota 720-730 milioni di dollari, in aumento del 9/10% sul terzo trimestre del 2014; un ebitda rettificato atteso a 210-215 milioni (+19/22% anno su anno) e un utile operativo tra i 140 e 145 milioni (+57/62% annuo). Ferrari, in proposito, cita risultati «spinti soprattutto da maggiori consegne» e dice di «continuare a beneficiare dell'impatto valutario positivo come risultato di trend favorevoli in alcune valute a cui siamo più esposti (dollaro Usa e sterlina), parzialmente controbilanciato dall'impatto di operazioni di hedging ». C'è anche un riferimento all'ex presidente Luca di Montezemolo e all'impatto delle spese legate alla sua uscita lo scorso ottobre, «che vengono escluse dal calcolo dell'Ebitda rettificato». Da qui, Ferrari «si aspetta spese amministrative e spese generali “stabili” nel terzo trimestre».

Il team «Race» che domani, poco dopo le 15 ora italiana, celebrerà al suono della campanella lo storico sbarco di Ferrari alla Borsa di New York, sarà composto da John Elkann, presidente di Exor e Fca, Sergio Marchionne, ad di Fca e numero uno di Ferrari, Piero Ferrari, Amedeo Felisa e Alessandro Gilli, rispettivamente vicepresidente (e azionista con il 10%), ad e direttore finanziario della Casa automobilistica più famosa del mondo. All'esterno, lungo Wall Street, sarà shierata l'intera gamma delle supercar prodotte a Maranello, mentre sulla facciata del Nyse campeggerà il marchio del Cavallino.

E i piccoli risparmiatori intenzionati a caricare il loro portafoglio di azioni Ferrari? Due le strade che possono percorrere: acquistarle a partire da domani, una volta aperte le contrattazioni a Wall Street; oppure acquistare titoli Fca e attendere il momento dello scorporo, quando tutti gli azionisti Fca riceveranno titoli Ferrari, operazione che comporterà anche il passaggio del 24% del Cavallino direttamente sotto Exor.

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