Economia

Il fondo salva-depositi batte cassa alle banche

Per il 2016 sono stati chiesti 449 milioni anche per i rimborsi di Etruria & C. Ma non bastano

Salvatore Maccarone
Salvatore Maccarone

La direttiva europea Brrd che disciplina la risoluzione delle crisi bancarie lascia fuori dal rischio bail in i correntisti fino a 100mila euro. Fino a questa somma garantisce, infatti, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi la cui garanzia sui applica a depositi in conto corrente, depositi vincolati (conti di deposito), certificati di deposito nominativi, libretti di risparmio nominativi e assegni circolari. Ma in cassa di Fitd ci sono abbastanza soldi per aprire il paracadute in caso di emergenza, ovvero se tutti i tentativi di evitare il fallimento di una o più banche vanno a vuoto? Parliamo di quasi 552 miliardi di euro in depositi da proteggere in caso di crac.

Va detto che al fondo partecipano obbligatoriamente tutte le banche italiane, in quanto l'adesione è condizione necessaria per l'esercizio dell'attività bancaria - i contributi versati sono proporzionati all'ammontare dei depositi protetti - esclusi Banco Posta e Bcc. Al Fitd è però affidato per legge anche il Fondo di solidarietà alimentato dalle banche su base volontaria che ha il compito di indennizzare i risparmiatori «azzerati» delle quattro banche finite in risoluzione (Etruria, Banca Marche, Carichieti e CariFerrara). Entro il 3 luglio l'Eba, l'autorità bancaria europea, sottoporrà a stress test la capacità di rimborso del fondo e l'efficacia delle procedure. Una prova di resistenza richiesta a tutti i fondi tutela. Il 17 giugno dell'anno scorso è stato deliberato l'aumento della dotazione finanziaria da 300 a 700 milioni, si legge nella relazione 2016 di Fitd. Dove si aggiunge che a dicembre dell'anno scorso il fondo ha richiesto alle banche consorziate il versamento di una contribuzione complessiva pari a 449,2 milioni, di cui 100 per alimentare il fondo di solidarietà. Il contributo ordinario è stato infatti ridotto a 348,8 milioni più i 100 per gli indennizzi. La dotazione finanziaria del fondo di solidarietà al 31 dicembre è di 64,6 milioni dopo 35,1 milioni di erogazioni e 227mila euro di spese di gestione. Nel 2017, però, «ulteriori risorse dovranno essere richiamate» oltre ai 100 milioni messi già a disposizione dalla banche «per completare la liquidazione degli indennizzi forfettari agli aventi diritto». A oggi è stata esaminata la metà delle 15mila pratiche presentate e i risparmiatori delle 4 banche hanno tempo fino alla fine di maggio per presentare l'istanza al fondo.

Nel 2016 lo schema volontario del Fitd ha inoltre svalutato la quota posseduta in Cr Cesena per 68 milioni. In questi giorni sono in corso trattative per l'acquisizione della Cassa romagnola, di Carim e di Cassa Risparmio di San Miniato da parte di Cariparma, controllata dal Credit Agricole. Nella vendita potrebbe scendere in campo il fondo Atlante rilevando la tranche mezzanine delle sofferenze dei tre istituti che verrebbero deconsolidate prima della cessione ai francesi e cartolarizzate.

La tranche senior più sicura potrebbe godere della garanzia pubblica Gacs, mentre quella junior, più redditizia ma anche più rischiosa, andrebbe al Fitd.

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