Economia

Il G20: "Londra resti socia della Ue"

Preoccupano le conseguenze della Brexit, e l'Fmi chiede di fare di più per la crescita

Il G20: "Londra resti socia della Ue"

Lo strappo della Brexit preoccupa non poco il G20 dei ministri delle finanze in corso questo fine settimana nel cuore della Cina: la principale incognita è il contraccolpo a medio termine della decisione dei sudditi di Sua Maestà britannica. I grandi delle Terra, stando alle bozze del comunicato finale del summit atteso oggi, lanciano così un forte «auspicio» che, malgrado l'addio depositato nelle urne dagli inglesi il 23 giugno scorso, Londra continui a essere un «partner stretto» di Bruxelles. Lo stesso ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha detto come non siano chiare le conseguenze a medio termine.

Il G20 di Chengdu, città nota in Asia per il suo cibo piccante, è chiamato a trovare le ricette migliori a sostegno di una ripresa mondiale che non decolla. Osservato speciale del summit è Philip Hammond, da poco diventato cancelliere dello Scacchiere: il neo ministro avrebbe comunque confermato la strategia secondo cui Londra esce dalla Ue ma non dall'Europa.

In mattinata lo stesso Fondo monetario internazionale, che nei giorni scorsi aveva tagliato le stime sul pil per il 2016, ha peraltro spronato tutti a fare di più davanti agli accresciuti «rischi» connessi al referendum inglese, adottando «politiche forti» per la crescita. «Se continueranno le incertezze politiche ed economiche dopo il voto sulla Brexit», la crescita globale potrebbe risentire ulteriormente del nuovo quadro di incertezza che si è creato», continua il Fmi. La mancanza di chiarezza nei rapporti tra Gran Bretagna e Unione Europea, avverte ancora l'istituto diretto a da Christine Lagarde, «aggiungerà incertezze» in uno scenario, in cui anche la trasformazione del modello di sviluppo della Cina, «se non gestito bene», potrebbe contribuire ad «aumentare la volatilità» sui mercati. Necessario, quindi, che sopratutto Germania e Usa destinino più risorse agli investimenti in infrastrutture, da cui fare ripartire la crescita globale.

Proprio la volatilità promette di restare il tratto distintivo in Piazza Affari anche nella settimana che inizia domani. Gli occhi degli investitori saranno ancora concentrati sulle banche. Nella serata di venerdì prossimo sono attesi i risultati degli stress test della Bce e nello stesso giorno il cda di Rocca Salimbeni dovrà licenziare il piano per liberarsi di 9,6 miliardi di sofferenze. L'operazione potrebbe aprire un buco prossimo ai 2 miliardi, portando Siena alla necessità di ricapitalizzare per 3 miliardi circa (il Monte in Borsa vale 915 milioni). Malgrado l'apertura fatta dal presidente Mario Draghi, al momento l'Eurotower non risulta aver comunicato il verdetto a Siena.

Molto naturalmente dipenderà dal prezzo finale di cessione dei crediti deteriorati. A meno di sorprese ad acquistarne la parte più rischiosa sarà il fondo Atlante. Che, probabilmente tramite Giasone, impiegare così la liquidità restante dopo i salvataggi di Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Resta però da capire come sarà coperto l'aumento di Mps: l'input resta quello di tentare la strada di coinvolgere il mercato e le altre banche, ma nel caso non bastasse c'è il «Piano B» con le garanzie statali.

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