Economia

«Generali pronta per il nuovo piano»

Greco: «Gli obiettivi 2015 raggiunti con un anno d'anticipo, il 27 maggio le future linee strategiche»

«Generali pronta per il nuovo piano»

LondraGenerali raggiunge con un anno di anticipo i target fissati per il 2015, annuncia un nuovo piano industriale per il prossimo 27 maggio e promette maggiori dividendi per gli azionisti già a partire dal prossimo anno. Sono questi i principali spunti emersi nel corso dell'«Investor day» tenutosi ieri a Londra, nel nuovo stile della «casa» inaugurato ormai da due anni dall'ad Mario Greco. Piazza Affari apprezza (il titolo ha chiuso la seduta a Milano a 16,6 euro, in rialzo dello 0,9%), pur senza scaldarsi troppo. «Poche le novità sul futuro del gruppo», è il giudizio di alcuni broker.

I numeri della svolta. «Abbiamo mantenuto le promesse, il turnaround è stato raggiunto con un anno in anticipo». Con queste parole Greco ha aperto l'incontro con la comunità finanziaria, la stessa che due anni aveva accolto il piano del top manager giunto ai vertici del gruppo nell'estate 2012. Oggi il Leone di Trieste ha raggiunto il 13% a livello di Roe operativo (in pratica la redditività dell'investimento) dall'11% di inizio 2013 e centrato il target di patrimonializzazione (il Solvency I è salito dal 145% al 169% anche grazie alla cessione di quattro miliardi di attività non strategiche). Gli altri obiettivi, compreso l'impegnativo piano di tagli sui costi (490 milioni entro fine anno, 750 milioni nel 2015 e 1 miliardo nel 2016) e la struttura finanziaria più efficiente, sono in fase di completamento.

Più dividendi. I risultati ottenuti consentiranno d'ora in poi a Generali di aumentare la quota di utili destinata ai dividendi rispetto al tetto del 40% previsto in precedente. Il top manager non ha dato indicazioni in merito, nonostante alcuni analisti abbiano iniziato a formulare ipotesi di un payout sul bilancio 2014 al 45-50%. Svanite le preoccupazioni riguardanti i livelli di patrimonializzazione, «oggi, in teoria, possiamo pagare qualsiasi livello di payout», ha evidenziato Greco, pur poi ricordando che il pagamento della cedola è legato alla generazione di cassa (attualmente intorno agli 1,4-1,5 miliardi). «Anche per questo l'obiettivo dei prossimi anni è quello di migliorare in termini di liquidità e non solo di redditività», ha commentato il manager che, per i prossimi anni, punta a una crescita sostanzialmente organica nei mercati di riferimento. Le occasioni non mancano.

L'Italia. Più in dettaglio, in Italia gli spazi di crescita sono ben visibili sia nel retail sia nelle Pmi, e il gruppo punta a conquistarli grazie a un'offerta di prodotto innovativa. Il progetto è sostenuto dal programma di integrazione in corso che prevede una significativa semplificazione di brand (resteranno solo Generali, Genertel.it e Alleanza Assicurazioni dai dieci marchi esistenti nel 2013) e di prodotti (da 270 a 80), l'unificazione delle piattaforme e dei modelli operativi e la concentrazione del business in quattro centri di eccellenza. Al momento il gruppo si trova a metà strada e, con il 2015, prevede di completare il 95% del piano. Non sono invece previste alleanze nella bancassurance. «Non è un business particolarmente redditizio», ha affermato Greco, ricordando che il gruppo ha accordi di distribuzione con istituti regionali e con Banca Generali dove è stata ribadita la volontà di non scendere nel capitale (oggi detiene il 51%). Al di là delle origini italiane, comunque, «il gruppo ormai genera il 70% del business al di fuori dei confini nazionali», ha sottolineato il cfo Alberto Minali, secondo cui questo dato non è ancora percepito dalle alle agenzie di rating che legano le valutazioni del gruppo all'economia italiana.

Le ombre. È possibile che neppure il mercato sia pienamente consapevole della diversificazione geografica del Leone. Nonostante i traguardi raggiunti, come evidenziato da più di un analista, il titolo non brilla (-2% da inizio anno). Il top management ha preferito non prendere posizione a riguardo, parlando piuttosto di «stabilizzazione» dopo anni di valutazioni a premio (oggi il gruppo tratta a 10 volte circa l'utile 2015, sostanzialmente in linea con il settore). A pesare sulle negoziazioni potrebbe anche essere l'incertezza sulla multa preannunciata dalle autorità Usa a Bsi (venduta a luglio a Btg Pactual).

Greco non è sceso nei dettagli limitandosi ad affermare di avere effettuato una stima della sanzione, senza però quantificarla.

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