Economia

In Germania lotta dura per settimana di 28 ore

Metalmeccanici in sciopero: vogliono lavorare meno senza perdite di salario

In Germania lotta dura per settimana di 28 ore

Dal «lavorare meno, lavorare tutti» scandito nelle piazze durante gli anni '70, al «lavorare meno» - e basta - di oggi. Cambiano i tempi, e anche la stakanovista Germania tutta produzione e surplus commerciale s'adegua. O, almeno, quella parte di essa riconducibile al sindacato IG Metall, quattro milioni di lavoratori rappresentati in settori-chiavi come l'automobile, e per questo così forte da poter paralizzare l'intero Paese. Il rischio c'è, anche se finora ci sono state solo delle scaramucce con la Gesamtmetall, la federazione tedesca degli imprenditori. A qualche ora di braccia incrociate alla Porsche nei giorni scorsi, si sono aggiunte altre decine di scioperi in tutto la Germania a partire da ieri.

Lo scontro sembra però destinato a salir di livello, perché mai negli ultimi anni le distanze tra le controparti erano state così nette. La frattura è essenzialmente su due punti. Il primo riguarda la parte salariale, con IG Metall che chiede un aumento delle buste paga del 6% giustificato dal buon andamento dell'economia e dai portafogli delle industrie gonfi ordini. Gli imprenditori sono invece disposti a offrire un ritocco del 2% più un premio di 200 euro: ricordano che i lavoratori metalmeccanici già godono di stipendi medi attorno ai 56mila euro e che negli ultimi cinque anni hanno beneficiato di incrementi retributivi del 20%. Se di solito, in base a una consolidata tradizione, sindacato e datori di lavoro hanno sempre raggiunto un compromesso soddisfacente per entrambi, questa volta la situazione è resa più complicata dal secondo punto di conflitto. Ovvero, la riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 35 a 28 ore su base volontaria. Secondo il sindacato, chi richiede la riduzione per assistere bambini o anziani in famiglia dovrebbe ricevere una compensazione parziale del mancato guadagno da parte del datore di lavoro per un massimo di due anni. Gesamtmetall ha già fatto sapere di ritenere irricevibile la proposta, in quanto rischierebbe di discriminare i lavoratori a tempo parziale, che già percepiscono un salario ridotto. Jörg Hofmann, leader di IG Metall, è già sul piede di guerra: «Se i datori di lavoro non riesamineranno la loro posizione entro la fine di gennaio, prenderemo in considerazione la possibilità di ricorrere a scioperi di 24 ore o di votare per scioperi in tutto il Paese».

In Germania sta arrivando un inverno caldo.

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