Economia

La Germania resiste, niente accordo sugli aiuti alla Grecia

L'Eurogruppo termina con un nulla di fatto per colpa delle resistenze tedesche. Atene ha bisogno 31 miliardi per stipendi e pensioni. Samaras: "Il mancato accordo minaccia la stabilità dell'Euro"

La Germania resiste, niente accordo sugli aiuti alla Grecia

Berlino dice no. Ancora una volta. Salta l'accordo per gli aiuti alla Grecia (44 miliardi di euro). Per sbloccare i fondi bisognerà aspettare la nuova riunione straordinaria dell'Eurogruppo, fissata per lunedì. "Non è stato possibile trovare un accordo oggi, ci riproviamo lunedi", ha spiegato Jean Claude Juncker al termine della riunione dell'Eurogruppo, andata avanti quasi dodici ore e finita alle 5 del mattino. Al termine neanche la conferenza stampa. Segno evidente che le parti sono talmente distanti da rendere impossibile fare una minima sintesi per presentarsi alla stampa. Atene ha bisogno che si sblocchi almeno la prima tranche di aiuti (31 miliardi), necessari per pagare stipendi e pensioni.

La divisione più grande è quella tra Eurogruppo e Fondo monetario Internazionale in merito alla sostenibilità del debito greco. L’Eurozona è disposta a spostare in avanti di due anni i paletti di rientro dal debito, ora fissati al 120% da raggiungere nel 2020, ma il Fmi dice no. "Le nostre posizioni si sono avvicinate, ma continuiamo lunedì", ha detto Christine Lagarde al termine della riunione.

La mediazione da parte dei ministri europei va comunque avanti. "L’Eurogruppo - spiega Juncker - ha identificato un pacchetto di misure credibili per contribuire in modo sostanziale alla sostenibilità del debito greco". Ma allora perché non si è arrivati a un accordo? La risposta ufficiale è questa: "Per consentire di approfondire alcuni elementi a livello tecnico". Tradotto in parole povere: i Paesi, e in particolare la Germania, hanno bisogno di quantificare esattamente le misure per aiutare Atene a ridurre il debito, perché in quelle cifre sta il loro nuovo sforzo che dovrà essere approvato anche dai parlamenti nazionali.

L'aiuto alla Grecia, com'è noto, va avanti dal 2010. Oggi il debito pubblico di Atene ammonta al 170% del pil ed è in rapida ascesa. Per i paesi creditori continuare ad aiutare la Grecia sal di là delle buone intenzioni significa, sostanzialmente, subire perdite sui titoli. Poi c'è un'altra questione sul tappeto: in qualche modo bisogna colmare l'ulteriore buco di 15 miliardi che si è creato a causa con la concedere di altri due anni sul rientro dal deficit. E poste queste premesse nessuno vuol sentir parlare di concedere nuovi aiuti.

Il premier greco Antonis Samaras ha ammonito oggi partner e creditori sul rischio di una destabilizzazione dell’eurozona, a fronte del mancato accordo sulle misure per sbloccare gli aiuti finanziari alla Grecia. "I nostri partner e il Fondo monetario internazionale hanno il dovere di fare ciò che devono, non è solo il futuro del nostro Paese, ma la stabilità dell’intera zona euro a dipendere dal successo dell’esito di questo impegno dei prossimi giorni".

Per la cancelliera Angela Merkel ci sono "chance" che si trovi un accordo lunedì prossimo sulla Grecia.

Lo ha detto al Bundestag tenendo il discorso sul bilancio 2013.

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