Economia

Il governo preme su Tim. Golden power sulla rete

Nuovi paletti sugli investimenti e la qualità dei servizi. L'obiettivo scorporo e il bivio di Vivendi

Il governo preme su Tim. Golden power sulla rete

Tim, e il suo primo socio francese Vivendi (23,4%), finiscono ancora nella rete del golden power. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato l'esercizio dei poteri speciali anche sulla rete di Telecom, con l'obiettivo di mantenere gli investimenti, il corretto funzionamento dell'infrastruttura e quindi la qualità del servizio. È stato applicato l'articolo 2 del decreto legge sui poteri speciali del 2012, che conferisce al governo «poteri rilevanti per il funzionamento, la sicurezza e l'integrità delle reti al fine di evitare grave pregiudizio degli interessi pubblici». Diplomatica la reazione di Tim, che si impegna a comunicare «con cadenza annuale l'adempimento delle prescrizioni», specificando che «le misure adottate si pongono in linea» con la propria strategia anche nell'ottica di un «dialogo franco e costruttivo con il governo e le autorità di settore che permetta di coniugare gli interessi del paese con quelli della libera attività d'impresa».

L'esecutivo aveva già approvato, a metà ottobre, l'esercizio del golden power su Tim per il nodo delle controllate Sparkle e Telsy, considerate «strategiche» per la difesa e la sicurezza nazionale. In quel caso però era stato applicato l'articolo 1 del decreto legge.

Con la nuova delibera, l'esecutivo sarebbe orientato a impedire a Vivendi - il cui ad Arnaud de Puyfontaine è anche presidente di Tim - di esercitare l'attività di direzione e coordinamento sulla rete dell'ex- monopolista. Potrebbe essere il primo passo verso la separazione della stessa. Entro metà mese Agcom e Antitrust dovrebbero diffondere le loro raccomandazioni sulla opportunità di separare la rete dai servizi, spianando la strada alla societarizzazione dell'infrastruttura che è nelle mani di Tim in quanto ritenuta un asset chiave.

Da un punto di vista strategico la mossa del governo, che punta alla rete Telecom per fonderla in una unica società della fibra ottica con Enel Open Fiber, arriva in un momento delicato, viste le difficoltà di Vivendi a trovare una soluzione nella causa miliardaria intentata da Mediaset dopo il voltafaccia dei francesi sull'acquisto della pay tv Premium.

In Borsa Telecom, visto che il possibile scorporo della rete è uno dei temi che più piace al mercato (insieme alla vendita delle attività in Brasile), è salito dell'1,60 per cento.

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