Economia

Il governo vede la crescita ma non convince la Ue

Per il ministro Padoan nel 2015 aumenteranno Pil e deficit. L'eurocommissario Moscovici: flessibilita? Basta concessioni

Il governo vede la crescita ma non convince la Ue

Roma - Crescita un po' più consistente quest'anno e anche nel 2015, ma sale anche il deficit del 2016. Al 2,2%, forse al 2,4%; flessibilità europea già contabilizzata per lo 0,8% di Pil (ma ancora da trattare con Bruxelles); debito pubblico in calo. Con il giallo del pareggio di bilancio che potrebbe slittare oltre l'anno previsto, il 2018.

Consiglio dei ministri serale dedicato quasi esclusivamente alla nota di aggiornamento del Def, iniziato ieri alle 19 e terminato dopo poco più di un'ora con una conferenza stampa alla quale ha partecipato, oltre al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, anche il premier Matteo Renzi.

Il consiglio dei ministri ha confermato la crescita più robusta per l'anno in corso: Pil in crescita dello 0,9% nel 2015 rispetto allo 0,7% della prima versione. Ancora più ottimistica la stima del 2016: 1,6% di crescita rispetto all'1,4% della prima versione del Def. «È una crescita sempre più trainata da domanda interna: famiglie, imprese che investono di più, c'è più occupazione, più fiducia. È un circuito che si autoalimenta», ha assicurato Padoan.

Le sorprese vere sono però nelle previsioni del deficit. Il rapporto con il Pil per il 2016 si attesta al 2,2% rispetto all'1,8%. Un aumento dovuto all'utilizzo della flessibilità europea su riforme «strutturali, programmate e già implementate» e dall' utilizzo «parziale della clausola investimenti», ha spiegato Padoan. «Se ci sarà un accordo con l'Ue» sull'immigrazione «ci sarà un altro +0,2% di aumento del deficit nel 2016», che salirebbe dal previsto 2,4.

«C'è uno spazio di flessibilità dello 0,5 per cento sulle riforme a cui si aggiunge uno spazio dello 0,5 per cento per gli investimenti che utilizzeremo parzialmente, per lo 0,3%», aveva spiegato poco prima il presidente del Consiglio Renzi. Sono in tutto 13 miliardi, ammesso che Bruxelles ce li conceda.

Padoan ha assicurato che, nonostante l'aumento del deficit, gli impegni con l'Europa sulla riduzione del debito pubblico italiano, saranno rispettati. «Il rapporto debito Pil nel 2016 scenderà per la prima volta dal 2007». Padoan ha accennato al fatto che la nota di aggiornamento del Def dovrebbe essere approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta. Un quorum richiesto solo quando se si cambiano le previsioni sul pareggio di bilancio, oggi fissate al 2018.

I segnali che arrivano dall'Europa non sono ancora rassicuranti. Ieri il commissario agli affari economici, che si trovava in Italia, ha cercato di usare toni il più possibili rassicuranti. Ma poi non ha potuto che fare l'elenco di tutti gli ostacoli che ancora rendono difficile il cammino della legge di stabilità. «Esamineremo la legge di Stabilità in base alle regole europee, tenendo conto di tutti i fattori pertinenti e di un fattore centrale per l'Italia che è l'alto debito pubblico». Nessuna buona notizia quindi. «Per l'Italia c'è la necessità di rispettare le regole come per gli altri Paesi. Aspetto la bozza della legge di stabilità entro il 15 ottobre, per esaminarla avrò circa un mese», aggiunge. La strada per ottenere uno sconto è strettissima. E andrà concordata, passo dopo passo, con l'esecutivo europeo. Per il resto, giudizi cautamente positivi sulle riforme. «Va riconosciuto lo slancio riformista del governo». Se lo slancio basterà, si saprà tra circa un mese.

Critico il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta: «L'imbarazzo è tangibile, quello del governo è solo un bluff».

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