Economia

La Grecia rivede la luce E la Germania rallenta

Atene prevede il Pil 2015 in crescita del 2,9% E su Berlino il Fmi è pronto a tagliare le stime

La Grecia rivede la luce E la Germania rallenta

Dopo sei anni di recessione l'economia della Grecia è a una svolta. Il ministro delle Finanze, Christos Staikouras, prevede che quest'anno il Pil crescerà dello 0,6% e nel 2015 prenderà ancora più slancio, aumentando del 2,9%. E sottolinea la volontà del governo di Antonis Samaras di allentare le misure di austerity decise insieme alla «troika» dei creditori internazionali, che in questi anni hanno prestato ad Atene 240 miliardi di euro.

«Il Paese - ha detto - sta per entrare in un lungo periodo di tassi di crescita sostenuti e di avanzi primari che porteranno a un aumento dell'occupazione, a un calo della disoccupazione e a standard di vita migliori per tutti i cittadini». Per il viceministro «questo è il risultato di sacrifici senza precedenti da parte della società greca, di famiglie e imprese. Questi sacrifici non devono essere sprecati». Dopo la lunga recessione, che ha cancellato un quarto del Pil greco, Atene spera dunque di poter uscire dal piano di salvataggio entro la fine di quest'anno, ovvero con più di un anno di anticipo rispetto al termine previsto. Il viceministro ha tuttavia ammesso che la disoccupazione sarà pari, in media, al 27% nel 2014, per iniziare a scendere dall'anno prossimo.

Mentre Atene vede la luce, si rannuvola invece il cielo della Germania: in agosto gli ordini all'industria sono calati del 5,7%, il ribasso più marcato dal 2009, quando la crisi finanziaria mondiale era al culmine. La flessione è più forte rispetto al -2,5% atteso dagli economisti dopo il +4,9% registrato a luglio. Su base annua, si è avuto un calo dell'1,3%: gli analisti si attendevano un incremento del 2,6%. Berlino incolpa «il lento sviluppo economico nell'Eurozona» e la crisi dell'Ucraina: «Non appena la situazione migliorerà, le commesse torneranno a crescere», conclude il ministero dell'Economia. Resta il fatto che la locomotiva d'Europa rallenta, tanto da preoccupare anche il Fondo monetario internazionale, che avrebbe tagliato le stime del Pil della Germania per l'anno in corso, e per il 2015 all'1,5%. Soltanto a luglio il Fondo prevedeva un +1,9% per il 2014 e un +1,7% per il prossimo anno. Lo rivela il settimanale tedesco Der Spiegel , anticipando i dati che verranno pubblicati oggi, e l'ennesimo invito del Fmi, rivolto al governo di Angela Merkel, ad aumentare il volume degli investimenti pubblici e privati, sfruttando i margini di manovra del suo bilancio.

Ieri, intanto, il Fondo è intervenuto raccomandando modifiche sostanziali ai contratti scritti dai governi per la vendita dei titoli di Stato: obiettivo, evitare un altro «caso Argentina».

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