Economia

Il gruppo assediato dai concorrenti punta sui ricavi, ma a prezzi regalati

Fatturato a rischio erosione sia nella fibra, sia nel traffico mobile

Maddalena Camera

Continua la fuga degli investitori da Telecom. Da venerdì scorso, quando la società ha comunicato i conti dei nove mesi, iltitolo ha ceduto l'8%. Le azioni scese sotto quota 0,67 euro si sono riportate vicine ai minimi del 2013. Le azioni della società di tlc sono tra le pochissime della Borsa di Milano che da inizio anno registrano un bilancio negativo, avendo lasciato sul parterre oltre il 18% del valore a fronte di un indice di Piazza Affari positivo del 35% e un indice settoriale (euro stoxx 600 Tlc) negativo, ma solo del 5 per cento.

Una performance che ha cominciato a invertirsi proprio dopo l'ingresso del nuovo ad, Amos Genish, lo scorso inizio agosto, pagando dazio sia alle incertezze legate alle mosse del governo, che ha deciso di esercitare i propri poteri di golden power, sia alla prospettiva che la società dovrà fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita.

Come ha sottolineato Goldman Sachs nel suo report (in cui ha tagliato il target Telecom da 1,01 a 0,87 euro), gli analisti vedono nell'ingresso della Iliad di Xavier Niel come quarto operatore mobile sul mercato italiano, e nell'implementazione della rete in fibra di Open Fiber due fattori decisamente pericolosi per Telecom. E ha ragione sopratutto per quanto riguarda Open Fiber, la rete in fibra che ha come azionisti Enel e Cdp e che può portare via a Telecom 500 milioni di fatturato annui. Ossia la cifra che Wind Tre e Vodafone pagano a Telecom per far transitare il traffico dei loro clienti della rete dell'ex-monopolista.

Open Fiber infatti pratica prezzi inferiori del 40% rispetto a Telecom per l'uso della sua rete in fibra che è tecnologicamente più avanzata, e quindi meno onerosa da gestire rispetto a quella di Telecom. Il risultato sarà comunque che per competere con Open Fiber, Telecom si vedrà costretta a ridurre le tariffe all'ingrosso, che al momento però sono regolamentate dall'Agcom.

Quanto alla telefonia mobile, la società ha messo in evidenza nei conti presentati venerdì di aver aumentato la base clienti nei tre mesi di circa 330 mila unità. Il problema è che la crescita è stata fatta offrendo tariffe molto competitive (tutte le chiamate comprese e 10 giga per 10 euro ogni 28 giorni) ma non a tutti. Solo infatti chi proveniva da una numerazione Wind e Tre aveva diritto all'offerta.

E poi c'è Kena Mobile l'operatore virtuale creato dalla stessa Telecom per contrastare l'arrivo di Iliad. Certo è difficile sapere quanti siano gli abbonati, ma le tariffe sono davvero basse: partono da 2 euro al mese, dato che Kena è l'unico operatore mobile italiano che ha tariffe a 30 giorni. Molto bene per gli utenti. Ma per i margini? Insomma le strategie di Telecom, che ha visto i ricavi salire anche perchè ha messo tra i ricavi anche un po' di tv e frigoriferi venduti nei negozi Tim, appaiono confuse.

Per questo i piccoli azionisti di Asati sono preoccupati e ieri hanno chiesto di poter avere al più presto un piano industriale senza attendere il prossimo anno per contenere la caduta del titolo in Borsa, ormai pericolosamente vicino a nuovi minimi.

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