Economia

I fondi puntano i piedi sui bond Mps

Lettera al Tesoro e ai vertici senesi per proporre la conversione, ma non a sconto

Camilla Conti

Il presidente della Bce, Mario Draghi, giovedì ha accusato le banche europee di essere troppe, di avere troppi sportelli e troppi dipendenti. Non è colpa dei tassi di interessi a zero se gli istituti non sono più redditizi, pensino piuttosto a fondersi fra loro e a snellire le strutture, ha detto in sostanza Draghi. Rilanciando un nuovo «whatever it takes» (a qualsiasi costo) che calza a pennello per il maxi riassetto del Monte dei Paschi che ieri è tornato sui minimi in Borsa (-1,9% a 18 centesimi per una capitalizzazione di 552 milioni) e si trova di fronte a un bivio: liberarsi della zavorra di quasi 28 miliardi di crediti deteriorati per colmare l'ammanco di patrimonio evidenziato dalla Bce e poi aggregarsi con un partner. Oppure, eliminare le «scorie» degli npl ed essere incorporato in un grande gruppo bancario. Il nodo da sciogliere, entro ottobre, è il prezzo delle sofferenze legato a doppio filo con il valore degli immobili messi a garanzia dei prestiti non rimborsati.

Sullo sfondo, però, si agita la battaglia fra banche d'affari per gestire la più grande cartolarizzazione di crediti deteriorati mai fatta in Italia. Ciò si riflette sul tentativo di ridurre l'importo della ricapitalizzazione (ora fino a 5 miliardi) con la conversione volontaria in azioni dei bond subordinati. Ebbene, lo scorso 21 settembre sette fondi di investimento anglosassoni che hanno in portafoglio complessivamente bond Mps (fra Tier 1, Upper Tier 2, Lower Tier 2 e anche il Fresh 2008) per un valore nominale di circa 500 milioni hanno inviato una lettera al ministero del Tesoro e ai vertici di Mps. Nel documento, che Il Giornale ha potuto consultare, i fondi offrono il loro supporto alla ricapitalizzazione attraverso la conversione volontaria di obbligazioni subordinate in nuove azioni emesse dal Monte ma solo alle stesse condizioni e agli stessi termini offerti a tutti gli altri azionisti. Il prezzo proposto dai fondi viaggia attorno ai 100 cents che, secondo i fondi, riceverebbe il via libera della Commissione Ue perché è lo stesso schema usato a fine 2015 dal sistema bancario greco dopo gli stress test: allora EuroBank e Alpha Bank, accanto all'aumento di capitale, offrirono la conversione volontaria dei bond, e quella strada venne autorizzata dalla Bce e dalla Direzione concorrenza Ue (Dg Comp). «Il problema - spiega una fonte londinese - è che sia Jp Morgan sia Mediobanca vogliono invece che l'operazione venga fatta a sconto». Non è dunque un caso se anche ieri in Borsa c'è stata massima tensione sui subordinati della banca senese. Il bond con scadenza novembre 2017 quota in area 66, secondo i dati della piattaforma Bloomberg, rispetto ai 70 di due giorni fa. L'obbligazione con scadenza settembre 2019 ha aggiornato i minimi storici e il bond con scadenza settembre 2020 viaggia ai minimi dallo scorso gennaio.

Nel frattempo, arrivano novità sul fronte delle poltrone: Valentino Fanti, lo storico segretario del cda della gestione Mussari rimasto al suo posto con il tandem Profumo-Viola, dovrebbe lasciare la banca entro dicembre e al suo posto la politica locale vorrebbe il dg di Mps Capital Services, Giorgio Pernici.

Che, a sua volta, verrebbe sostituito da Lodovico Mazzolin, oggi dg di Mps Leasing&Factoring.

Commenti