Economia

I Woody Allen dell'insolvenza

Escono i nomi degli insolventi. Per ora solo delle banche venete. Di chi si è fatto prestare denari dalle banche senza poi compiere il doveroso atto di restituirli. Evidentemente c'è chi interpreta a modo suo, in maniera perlomeno stravagante, la parola prestito. Gente importante, bei nomi come usa dire. Imprenditori che, direttamente o indirettamente, continuano a portare avanti il proprio business come se niente fosse. Costoro procedono a gonfie vele senza imbarazzi di sorta. Risultato: Veneto Banca e Popolare di Vicenza tecnicamente in default anche grazie all'applicazione fantasiosa del metodo caro al Woody Allen di «Prendi i soldi e scappa» (ma lì trattasi di pasticcione e non di astuto professionista) da parte di personaggi poco abituati ad arrossire. Immagino la stizza dei piccoli imprenditori, i miei cari Brambilla, vessati dalle banche al primo refolo di vento contrario: revoca del fido, decreti ingiuntivi, fideiussioni, eccetera. Con loro si può: non sono gente importante. Non vantano relazioni in alto loco, non hanno sponde con la politica che ama fare e ricevere favori. E non le cercano: fanno bene! Allora li si bracca, tra mille umiliazioni. Mi chiedo, come tutti i contribuenti e i piccoli risparmiatori: le banche in che modo hanno agito per recuperare i crediti dei grandi insolventi? Mentre, per esperienza personale, conosco molte piccole imprese portate al fallimento perché impossibilitate a restituire il debito contratto per difficoltà oggettive. Questa disparità di trattamento è l'aspetto tragico di una vicenda molto penosa. Lo è ancora di più di sapere che fine abbiano fatto i soldi prestati ai grandi insolventi. Che, però, vorremmo sapere. Aggiungo, vista l'aria che tira. Anziché secretare come vuole fare la Commissione parlamentare presieduta da Casini, tutte le banche dovrebbero rendere pubblici i nomi dei grandi insolventi!

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