Economia

Una impresa su 5 licenzia per i ritardi nei pagamenti

La Pa paga le imprese a 165 giorni. Nei rapporti commerciali tra imprese ci vogliono, invece, 94 giorni prima che il committente saldi i fornitori

Una impresa su 5 licenzia per i ritardi nei pagamenti

Il 20% delle imprese deve licenziare. Non può fare altrimenti. I ritardi nei pagamenti non permettono agli imprenditori di falcidiare ulteriormente i posti di lavoro in un momenti in cui il tasso di disoccupazione è arrivato al 13%. "Nonostante il dato sia inferiore a quello registrato nei principali paesi Ue - denuncia il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi è drammatico che in l’Italia molte aziende siano costrette ad espellere una parte del personale perchè non vengono pagate con regolarità". Purtroppo, continuiamo a essere i peggiori pagatori d’Europa.

Come evidenzia un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati Intrum Justitia relativi a un’indagine effettuata nei primi tre mesi di quest’anno, se mediamente la pubblica amministrazione paga le imprese a 165 giorni, 107 giorni in più rispetto la media europea, nei rapporti commerciali tra imprese ci vogliono 94 giorni prima che il committente saldi il proprio fornitore. Si tratta di 47 giorni in più rispetto alla media dell'Eurozona. Anche nei rapporti tra privati e imprese, la situazione rimane difficile: sono necessari mediamente 75 giorni per essere definitivamente pagati, 41 giorni in più della media europea. Insonmma, in ogni caso nessun altro Paese d’Europa fa peggio di noi. Nel rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese in Bosnia, tanto per fare un esempio, i pagamenti avvengono in 41 giorni, in Serbia in 46 e in Grecia in 155.

"Questa situazione assume una dimensione ancor più preoccupante se si analizza l’andamento dei tempi medi di pagamento registrati in questi ultimi sei anni di crisi economica - proseguono gli artigiani di Mestre -nel confronto tra l’Italia, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna, solo da noi si sono allungati i giorni necessari affinché il committente saldi il pagamento al proprio fornitore". Se tra privati e imprese l’aumento è stato di cinque giorni, nelle transazioni commerciali tra imprese è salito di sei. Drammatica, invece, la situazione nei rapporti tra pubblica amministrazione e i propri fornitori. I pagamenti si sono allungati di ben 37 giorni, sebbene dal 2011 la nostra pubblica amministrazione abbia cominciato a migliorare la propria performance. "Le lungaggini burocratiche, il cattivo funzionamento degli uffici pubblici, i vincoli economici legati al Patto di stabilità interno, l’abuso di posizione dominante del committente e la mancanza di liquidità sono alcune delle motivazioni che consegnano al nostro Paese la maglia nera nella correttezza dei pagamenti - sottolinea Bortolussi - nonostante dal primo gennaio 2013 la legge stabilisca che il pubblico deve pagare entro 30/60 giorni, mentre i privati tra i 60/90 giorni, queste disposizioni continuano a essere palesemente inapplicate, con ricadute molto pesanti soprattutto per le piccole imprese che dispongono di un potere contrattuale molto limitato".

In attesa di conoscere l’effettivo stock di debiti accumulati dalla nostra pubblica amministrazione nei confronti delle imprese private, nel biennio 2013-2014 sono stati stanziati 47 miliardi di euro. Ad oggi, però, ne sono stati pagati appenaa 23,5 miliardi di euro. Nei giorni scorsi il ministro dell'Economa Pier Carlo Padoan avrebbe avviato una procedura di erogazione di un'altra tranche per gli Enti locali pari a 1,8 miliardi.

Secondo la legge di Stabilità, il governo Renzi ha pianificato per il 2014 un intervento da 13 miliardi di euro, anche se secondo la Relazione tecnica ne potranno essere pagati solo cinque.

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