Economia

Intesa e Unicredit al test del semestre

Si inizia domani con i conti di Ca de' Sass. Occhi puntati su costi e redditività

Massimo Restelli

Intesa Sanpaolo e Unicredit vanno alla prova della semestrale, con conti che promettono di fare da termometro all'intero comparto in Piazza Affari dopo gli stress test archiviati venerdì. Rompe il ghiaccio domani Intesa, risultata la migliore tra le big bank europee passate al setaccio dalla Bce grazie a una solidità patrimoniale che resterebbe al 10,21% anche se l'Europa cadesse in una profonda recessione fino al 2018.

Assunto che Intesa ha patrimonio in eccesso, ora l'esame è sulla redditività. Nelle sale operative, stando a un recente sondaggio dell'agenzia Bloomberg, si scommette che Ca de' Sass nel secondo trimestre segnerà 730 milioni di utile netto. Il dato a fine marzo, quando l'ad Carlo Messina aveva confermato l'obiettivo di distribuire 3 miliardi di dividendi, era di 806 milioni.

Mercoledì sarà la volta di Unicredit. Il consensus fotografa profitti per 664 milioni nel trimestre (1,69 miliardi la stima a fine anno). Si tratta dell'ultimo periodo firmato dall'ex ad Federico Ghizzoni che a fine giugno ha lasciato le redini a Jean Pierre Mustier. L'attenzione è quindi anche sulla revisione del piano industriale. L'idea è presentarlo a ottobre-novembre ma Mustier ha già messo a segno un paio di mosse tattiche, cedendo il 10% di Fineco e di Pekao.

Sul mercato rimane l'idea che Unicredit avrà bisogno di una iniezione di capitale, ma va detto che la banca - uscita dagli stress test con un Cet 1 del 7,1% - ha comunque dimostrato di assorbire una possibile recessione meglio di concorrenti come Commerbank o Barclays. A parte l'attesa sforbiciata ai costi, resta poi la via di fare cassa con le cessioni. Senza però toccare il core business in Italia, in Germania, nell'est Europa o il Cib; tutte destinate, invece, a una maggiore attività di cross selling.

Da inizio anno Intesa ha perso il 36% in Piazza Affari e Unicredit il 57%, complice il clima di terrore innescato dalle modalità del salvataggio di Etruria & C e dal caso Mps. Ora però la Bce ha dato l'ok al maxi-piano di rilancio di Siena e la banca guidata da Fabrizio Viola ha fatto segnare 302 milioni di utile nel semestre.

A essere interessata alla salute della Borsa è anche Poste che domani approverà la semestrale. Quella che farà da guida per il collocamento della seconda tranche del 29% decisa dal Tesoro.

Il deposito del prospetto è atteso a breve.

Commenti