Economia

"Italia e Cina i Paesi chiave di Smart"

La numero uno delle mini-auto: «Nel Belpaese +20% nel 2016. E vola il carsharing»

"Italia e Cina  i Paesi chiave di Smart"

Crescono le quote rosa ai vertici delle Case automobilistiche, un mondo fino a poco tempo fa dominato dagli uomini. Due le super donne del settore americane: Mary Barra, presidente e ad di General Motors (la più potente in assoluto), ed Elena Ford, bis-bis nipote del fondatore Henry Ford, attuale direttore marketing globale del gruppo, prima esponente femminile della famiglia a ricoprire un incarico di responsabilità nella compagnia.

In Europa, ecco invece Linda Jackson, la manager inglese che guida Citroën, e la tedesca di Wiesbaden, Annette Winkler, che il numero uno del Gruppo Daimler, Dieter Zetsche, ha scelto nel 2010 per dirigere il marchio Smart. «È vero: sono la prima donna a guidare un brand all'interno di Daimler-Mercedes - mette subito le mani avanti l'ad di Smart, Winkler - ma non ho mai avvertito differenze rispetto ai colleghi uomini. E non trovo ragione di essere trattata diversamente. Cerco di essere autentica, me stessa, di vivere con le mie convinzioni e di fare squadra». Le mini-auto di Smart sono tre: Fortwo, Cabrio e Forfour, anche nelle versioni elettriche. Il marchio tedesco è stato il primo a scommettere sul car-sharing, cioè sulla formula dell'auto condivisa, con tutti i vantaggi che ne derivano per chi si sposta nelle grandi città.

In 18 anni il marchio Smart ha venduto oltre 2 milioni di vetture nel mondo.

«Il 2016 è stato il miglior anno in assoluto, non solo in quanto abbiamo raggiunto quota 2 milioni, ma perché sono state vendute 145.000 Smart. E l'Italia ha dato un importante contributo, grazie a un aumento delle vendite pari al 20%. Un grande risultato».

E proprio l'Italia, con Germania e Cina, è uno dei vostri mercati core business.

«Per noi l'Italia sarà sempre un mercato molto forte in quanto fin da subito ha apprezzato il concetto Smart, come automobile su misura per le grandi città. E poi c'è la Cina con le sue megalopoli, un'area ad altissimo potenziale per noi, dove Smart viene considerata uno stile di vita, un oggetto da bel design e alla moda, un'auto positiva. Dalla Germania mi attendo molto sul fronte della gamma elettrica».

In Cina il marchio italiano Maserati ha «sdoganato» il pubblico femminile di fascia alta. E per voi di Smart quanto pesa la clientela «rosa»?

«In leggero vantaggio ci sono le donne. A prevalere sono comunque i giovani. Nel mondo il nostro cliente più anziano ha 92 anni».

Il car-sharing car2go è nato in Germania e in Italia ha preso subito piede.

«Siamo partiti 8-9 anni fa in una piccola città tedesca, Ulm, quindi lo abbiamo sviluppato nel Paese per poi esportarlo negli Usa. Esiste una flotta di auto elettriche ad Amsterdam e a Madrid. In Cina il progetto interessa, per ora, solo una città. E viene inteso come una vera novità. In Italia car2go ha dato il via al fenomeno car-sharing, trasformando il paesaggio urbano di Roma e Milano».

Ci sarà una quarta Smart in futuro?

«Lo escludo».

L'accordo tra Daimler e l'Alleanza Renault-Nissan porterà a Smart nuovi vantaggi?

«L'intera piattaforma è stata sviluppata insieme. Ci sono benefici di scala e ricadute positive sui costi. Per la gamma elettrica l'esperienza di Renault ci assicura notevoli vantaggi. Le ricadute positive sono reciproche:ciascuno impara qualcosa dall'altro.

Unire le forze vuol dire ottenere importanti risultati».

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