Economia

La7, i fondi Equinox e Clessidra mettono sul piatto 300 milioni

Domani l'atteso cda di Telecom Italia farà il punto sulle offerte ricevute per Ti Media. Il mercato teme che le offerte vincolanti non siano granché interessanti, oltre che complesse e articolate, e non si esclude che il tutto si possa concludere con un nulla di fatto (in Borsa Ti Media ha chiuso ieri in calo dello 0,18% e Telecom Italia in salita del 2,07%).
Sul tavolo del direttore finanziario Piergiorgio Peluso è arrivata l'offerta di Urbano Cairo (tramite Cairo Communication), già concessionario della pubblicità per Ti Media, che riguarderebbe però solo i canali televisivi, e quella congiunta dei fondi di private equity Equinox e Clessidra. «Sì, abbiamo presentato oggi (ieri, ndr) un'offerta», ha confermato Salvatore Mancuso, fondatore di Equinox, che punterebbe all'intera Ti Media per circa 300 milioni.
Più incerta appare invece la situazione degli altri due possibili pretendenti, H3g e Discovery: la prima non è ancora uscita allo scoperto, la seconda sembra aver rinunciato. Tra l'altro, oggi si scioglie anche l'attesa su Tarak Ben Ammar (Prima Tv), che in passato ha negato il suo interesse per Ti Media, ma che nei giorni scorsi ha annunciato una conferenza stampa per presentare un accordo con un partner internazionale (si parla di un fondo sovrano mediorientale, come il Qatar o Abu Dhabi) per effettuare acquisizioni strategiche nel settore della televisione in Italia.
Al consiglio di amministrazione di domani arriveranno però al pettine anche altri nodi decisivi: ci sono i 3 miliardi di euro messi come chip dal magnate Naguib Sawiris per entrare nel capitale e la storica decisione sullo scorporo della rete. Con la Cdp, che negli ultimi tempi sembrava più lontana dall'idea di partecipare al progetto, che è tornata a dirsi «attenta e interessata» precisando, però, che «i matrimoni richiedono il consenso di entrambi». «Abbiamo firmato un accordo di riservatezza - ha detto il presidente della Cassa, Franco Bassanini, durante un convegno organizzato da Icom sulle reti di nuova generazione - ed è in corso un confronto. Cdp per missione è al servizio dell'economia del Paese con attenzione prioritaria alle infrastrutture, quindi siamo attenti e interessati».
Per il presidente della Cdp la creazione di una rete telefonica indipendente è possibile con l'accordo di tutti gli operatori: «Io credo sia possibile se si trova un'intesa tra i diversi operatori di rete e investitori finanziari di lungo periodo come Cdp e Bei». Sarebbe una soluzione «per accelerare gli investimenti in una rete in posizione di neutralità che garantisca a tutti uguali possibilità e investimenti con redditività accettabile sul lungo periodo». Secondo Bassanini, per ottenere questo risultato è necessario introdurre «vantaggi regolatori come tariffe che premino gli investimenti nella rete».
Nel frattempo il commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Preto, ha precisato che «l'Autorità non vuole intromettersi; non è compito nostro ma è una decisione che tocca a Telecom», e ha poi aggiunto che «la rete è un'infrastruttura strategica ed è quindi determinante che Cdp giochi un ruolo nel suo sviluppo».

«Il quadro è ancora aperto», ha affermato due giorni fa l'ad di Telecom Italia, Marco Patuano, sostenendo che la nuova offerta della banda ultra larga, che partirà oggi a Roma, Napoli e Torino, non ipoteca alcuna decisione sul futuro assetto della rete.

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