Economia

Lavoro, Camusso chiude: "Belli lontani dall'accordo" Monti: "A marzo si chiude"

Il premier: "Entro la prossima settimana chiudiamo il negoziato. Si mettano da parte le differenze". Poi difende le scelte della Fiat: "Ha il diritto di decidere dove investire". La Marcegaglia: "Se la riforma sarà un compromesso al ribasso allora sarà meglio non farla"

Lavoro, Camusso chiude: "Belli lontani dall'accordo" Monti: "A marzo si chiude"

Proseguono a ritmo serrato gli incontri tra il governo e le parti sociali per attuare la riforma del lavoro. A Milano, a margine di un convegno di Confindustria, nuovo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio con i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Poi l'incontro con la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Il presidente del Consiglio Mario Monti in una conferenza stampa insieme al presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, ha spiegato di avere "passato in rassegna con lui" gli sviluppi della politica economica italiana e in particolare di aver parlato di "due momenti importanti" che ci saranno la prossima settimana: la conclusione nel negoziato sul lavoro e gli ammortizzatori sociali e la conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni. Si tratta di riforme strutturali "importanti per l’Italia, per la crescita e l’occupazione".

Barroso ha sottolineato che "l’Italia ha avviato una notevole riforma del mercato del lavoro volta a restituire prosperità e crescita al Paese. È una riforma fondamentale. Speriamo di vederne presto i contenuti". Barroso ha poi precisato che Monti "ha tenuto ben presenti i criteri e i riferimenti formulati dalla Commissione Europea".

Sul tema dell’articolo 18 "tutte le soluzioni" sul tavolo del confronto con il governo appaiono "lontane da ogni possibile ipotesi di un accordo", sottolinea la leader della Cgil, Susanna Camusso. "Fondare tutto sul tema dell’articolo 18 significa di far passare l’idea che l’unico problema sia quello di licenziare". "Trovo un po' insopportabile - ha aggiunto la Camusso - che ogni volta che si tocca il tema della riforma del lavoro si chieda alla Cgil, e ai sindacati in generale, se vogliono o no fare questo accordo. Io - ha aggiunto - ho un’altra domanda: il governo è intenzionato a fare l’accordo? Se è così ci vuole un punto di mediazione". Più tardi la segretaria della Cgil ha voluto rincarare la dose: "Siamo belli lontani" dal raggiungere un accordo sulla riforma del lavoro. "Non è mai stato possibile che si chiudesse martedì".

"Se veramente teniamo al futuro - ha rintuzzato Monti - e ci fidiamo gli uni degli altri, siete tutti negoziatori con esperienza maggiore della mia, allora ognuno deve cedere qualcosa rispetto al legittimo interesse di parte. Il nostro obiettivo è far prevalere l’interesse generale, che esiste, non è una cosa astratta, e lo faremo". E in serata rincara la dose: "Mi auguro che la prossima settimana Confindustria e sindacati superino le loro differenze".

La Marcegaglia ha detto che "se la riforma del lavoro sarà un compromesso al ribasso per accontentare tutti allora sarà meglio non farla o quantomeno non avrà la firma di Confindustria". Se invece la riforma "sarà vera e profonda", ha aggiunto, allora Confindustria "è pronta a firmare. Siamo alle battute finali, martedì c’è l’incontro. Per procedere nelle trattative le posizioni devono essere molto chiare. Questa riforma - ha detto ancora Marcegaglia - è importantissima per noi, per creare nuova occupazione. E rappresenta anche più di quello che è. Rappresenta la reale capacità di cambiamento di questo governo. Tutti ci stanno guardando: dagli italiani che cercano lavoro ai mercati internazionali. Confindustria è pronta a firmare se sarà una riforma vera, profonda, che non penalizzi la flessibilità in entrata e non aumenti i costi sulle imprese". "Chiediamo una riforma che ci faccia passare da Paese arretrato a Paese in linea con l’Europa. Solo questo, non vogliamo niente di diverso.

Se così sarà, noi firmeremo e ci impegneremo ad applicarla".

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