Economia

L'economia reale che sa pedalare

Oggi mi occupo di cose serie e non dei deprimenti litigi fra Bankitalia e Consob. Perché le storie minime che trasmettono positività mi colpiscono sempre. Quando poi riguardano il risveglio di piccole botteghe artigiane la soddisfazione è massima. Ho letto che in una zona popolare di Milano, il quartiere Stadera, un signore di 89 anni ha deciso di riprendere a pedalare.

Ha riaperto da qualche giorno la sua antica attività, quella di vendere e riparare biciclette. Così è di nuovo un punto di riferimento per chi abita da quelle parti, a un tiro di schioppo dal naviglio Pavese. Il giovanotto ha probabilmente colto il segnale del mercato: le città stanno sempre più scoprendo o riscoprendo i vantaggi di muoversi mulinando la pedivella. E se la concorrenza è tanta nella vendita di biciclette, allora l'intraprendente imprenditore ha deciso di puntare sui modelli vintage anni '70 e molto sul servizio: riparazione del mezzo meccanico e vendita di accessori. Compreso lussureggiante abbigliamento. Con annessi consigli e qualche parola di chi la sa lunga. Sfido chiunque a trovare con facilità chi ripara una gomma bucata. È pressoché impossibile. Officina e negozio, insieme: sapiente catena del valore. Sarò forse un romantico, tuttavia colgo in iniziative di questo tipo il significato più autentico della cultura del fare.

Un messaggio forte di economia reale: il Paese tiene perché è ricco di uomini così, imprenditori nati. Visionari che conoscono la fatica, i tornanti ripidi, le salite che non finiscono mai. Ma sono allenati, hanno gamba come avrebbe detto il grande Adriano De Zan. Il Drali si chiama così questo alfiere della meglio gioventù ha rialzato la saracinesca non per rinverdire una vecchia avventura ma perché il traguardo è sempre più in là. Il bello è che ha trovato tre soci pronti a salire in sella con lui. Buona corsa. Ma la borraccia chi la porta?

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