Economia

L'Enel di Starace guarda oltre l'Europa e riparte dalla Cina

Oggi l'ad firma due accordi «green» a Pechino. Poi focus su debito e riorganizzazione interna. Il titolo tocca i massimi dal 2011

Francesco Starace, ad Enel
Francesco Starace, ad Enel

La nuova stagione Enel targata Francesco Starace entra nel vivo. E il nuovo amministratore delegato, da quattordici anni in azienda e oggi erede della gestione Conti, detta la linea guardando oltre i confini europei: Enel vuole crescere in Africa, nelle Americhe e nel Middle East sia attraverso le rinnovabili, sia attraverso investimenti in impianti gas.
Obiettivi messi nero su bianco sulle colonne del Financial Times e per i quali, già oggi, Starace muoverà i primi passi concreti. In Cina, al seguito della delegazione governativa, l'ad firmerà due accordi strategici con due primari player cinesi nel settore delle rinnovabili e delle smart grid (reti intelligenti). Si tratta di accordi di collaborazioni con i quali Italia e Cina si potranno confrontare per esportare nuove tecnologie studiate insieme anche in nuovi mercati.
Come quelli emergenti su cui Starace punta molto per riequilibrare il settore in Europa, ancora influenzato dalla debolezza della domanda e dall'instabilità regolamentare.
Nel dettaglio, nei prossimi cinque anni il management ha pianificato una spesa in conto capitale di circa 27 miliardi di euro, di cui circa 18 miliardi di euro dovrebbero essere destinati alle attuali centrali e ad altre attività, e 9 miliardi dovrebbero essere utilizzati per la crescita.

Ma Starace punta a destinare alcune delle spese di manutenzione a progetti di crescita aggiuntivi. «Se la produttività della spesa in conto capitale del gruppo - ha spiegato - migliorasse del 10%, tutto a un tratto si avrebbero 2,7 miliardi in più e c'è molto che si può fare con questa cifra».

Il tutto senza perdere di vista uno dei punti chiave dei precedenti piani Enel: la riduzione del debito. Il management vuole centrare l'obiettivo di cedere asset per 4,4 miliardi entro la fine dell'anno e arrivare a quota 37 miliardi per fine anno.
Come appena fatto dall'Eni sotto la nuova guida Descalzi, anche Starace starebbe poi puntando a riformare la propria struttura organizzativa. Nei piani ci sarebbe una semplificazione della struttura che dovrebbe portare alla definizione di quattro nuove aree operative: Generazione, Trasmissione, Distribuzione e Vendita. Non più, dunque, un focus per Paese, ma per funzione organizzativa.
«Il completamento della cessione di asset per 4,4 miliardi, la semplificazione delle attività in America latina e il perseguire la crescita nei mercati emergenti- osservano gli analisti di Mediobanca Securities - sono le prime decisioni del nuovo management e crediamo che queste attività possano includere alcune di quelle in Europa orientale, influenzate dai prezzi deboli, come in Slovacchia, o dai blocchi tariffari, come in Russia».
A Piazza Affari ieri il titolo Enel ha toccato un massimo a quota 4,39 euro, un livello che non vedeva da luglio 2011 chiudendo in rialzo dell'1,2 per cento.

«Riteniamo - spiegano gli analisti di Equita - che, considerata la fase di maturità dei mercati europei, l'attenzione ai mercati internazionali, in particolare a quelli emergenti, sia il naturale sbocco per il business tradizionale di Enel».

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