Economia

L'Europa apre all'indennizzo per i soci delle banche venete

Vestager: "Giusta una compensazione se c'è stata una vendita fraudolenta". Viola da Padoan per l'aumento

L'Europa apre all'indennizzo per i soci delle banche venete

Una compensazione non è da escludersi per quegli azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza che siano rimasti vittime di vendite «fraudolente» (misselling) da parte della vecchia gestione dei due istituti. Lo ha detto Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza Ue, sottolineando come sia fondamentale, per la «piena fiducia nel sistema finanziario», poter procedere «alla compensazione dei consumatori in caso di misselling», ovvero quando un risparmiatore era convinto di acquisire un prodotto sicuro come un conto di risparmio e non uno a rischio elevato come una azione. Proprio queste vendite «abusive» (magari attraverso i cosiddetti «prestiti banciati», in cui la richiesta di mutui era vincolata all'acquisto di titoli) potrebbero aver interessato molti dei 169mila risparmiatori rimasti coinvolti dal crollo delle due banche venete. Le cui azioni legali potrebbero mettere a repentaglio il piano di salvataggio dei due gruppi all'esame dell'esecutivo.

Ieri infatti Fabrizio Viola, ad di Popolare Vicenza e presidente del comitato strategico di Veneto Banca, ha incontrato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, per verificare la fattibilità di una ricapitalizzazione precauzionale, stimata in 5 miliardi, dei due istituti destinati a fondersi.

Si sarebbe comunque stato un incontro «interlocutorio» per cercare di dipanare una situazione delicata. L'operazione infatti è condizionata alla solvibilità delle due banche, su cui tuttavia pende la scure legale. Entrambi gli istituti hanno proposto ai soci di rinunciare a ogni eventuale vertenza, con un'offerta di riacquisto titoli: 9 euro ad azione per Pop. Vicenza, e al 15% del valore di carico per Veneto Banca. Finora l'iniziativa non ha però raccolto i frutti sperati: le adesioni sono ferme al 29,1% per Bpvi e al 34% per Veneto Banca, lontano dall'obiettivo dell'80%. Per questo, il Tesoro ha lasciato intendere che, anche qualora lo Stato intervenisse nelle due ex popolari del Nord est, attraverso l'atteso maxi-aumento di capitale, non ci sarebbe alcun «piano B» per i soci.

In realtà qualora i due istituti non riuscissero a centrare gli obiettivi di adesione, il bail-in diverrebbe un rischio concreto: Jp Morgan ha già invitato i suoi clienti a cedere le obbligazioni senior dei due istituti. Il mercato comunque punta su una proroga dell'offerta o sull'abbassamento al 65-70% della soglia di efficacia delle adesioni.

In questo scenario di incertezza la decisione sul piano di salvataggio di Monte Paschi, al vaglio delle istituzioni europee (Bce e Commissione), è ritenuta un importante punto di riferimento. Rocca Salimbeni, dopo il fallito tentativo di aumento di capitale, ha formalizzato la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale sulla base delle necessità di capitale pari a 8,8 miliardi individuate dalla Bce.

Ieri Vestager ha dichiarato che l'iter relativo a Mps procede.

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