Economia

«Per l'Italia commissario Ue economico»

Pirovano (Mediolanum): «Il 2019 anno di grandi svolte»

Serenella Bettin

Abano Terme Come cambierà lo scenario italiano dopo le elezioni europee, anticamera del terzo decennio del secolo? E che succederà alle nostre banche: quanto la rivoluzione tecnologica le influenzerà? Alla settimana dei lettori del Giornale, ad Abano Terme, arriva il vicepresidente di Banca Mediolanum, Giovanni Pirovano. E i lettori, giovedì sera, all'hotel Mioni Pezzato, sono rimasti svegli fino alla mezzanotte, interessati e attenti per capire cosa ci aspetta, come cambierà il mondo delle banche e soprattutto cosa ne sarà dell'Italia in questo 2019. E anche più in là. Un quadro presentato da Pirovano - che è anche consigliere esecutivo e membro del comitato di presidenza dell'Abi - intervistato dal caporedattore economico del Giornale, Marcello Zacché.

Siamo alla vigilia di un grande cambiamento: di qui a fine anno scadono tutti i grandi incarichi degli italiani in Europa: Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, è in carica fino al 31 ottobre. Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo ,e Federica Mogherini, l'alta rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, terminano il loro mandato con le elezioni di fine maggio. «Scadono tutti i comandi italiani in Europa ha spiegato Pirovano . Nella Commissione Ue avevamo la Mogherini, che in realtà non si è mai occupata di un dossier italiano. Ora dobbiamo puntare ad avere un dicastero economico. Almeno questo, in modo da poter contare qualcosa in Europa». Una posizione indispensabile perché il primo problema del Paese resta l'economia: la perdita del Pil italiano dal 2008 al 2018 è superiore a quella registrata nel secondo dopoguerra. E nel 2018, per la prima volta, dopo 120 anni, tutte le tipologie di investimento hanno avuto un rendimento negativo. Le banche continuano ad avere troppi crediti deteriorati e le imprese, fallite per quasi un terzo del totale con quattro milioni di nuovi disoccupati, senza sufficiente credito bancario sono destinate a soffrire sempre più. Una situazione resa più complessa dalla rivoluzione tecnologica. «Siamo dinanzi a un cambiamento epocale ha detto Pirovano e le banche sono destinate a cambiare pelle. La tecnologia sta cambiando profondamente il mondo bancario: prima di quanto si pensi a delinearne le sorti saranno i colossi di Internet come Facebook, Google, Amazon e Apple». Proprio come aveva predetto l'inventore dell'iPhone Steve Jobs, ha ricordato Pirovano: «Le banche che non sono necessarie, spariranno. E infatti già oggi gli i big del web hanno fatto la loro banca».

Meglio cominciare a prepararsi.

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