Economia

L'oasi 4.0 della Pirelli nel Brasile più difficile

La fabbrica tecnologica che ha creato mille posti dove la disoccupazione è più alta

L'oasi 4.0 della Pirelli nel Brasile più difficile

Feira de Santana (Bahia, Brasile) - È un'oasi di tecnologia nel mezzo di una delle regioni del Brasile dove più si è fatta sentire la crisi che in due anni e mezzo si è portata via quasi il 10% del Pil verde-oro. È la fabbrica Pirelli di Feira de Santana, il «crocevia per chi voglia raggiungere in autobus qualsiasi punto del nostro Paese».

A parlare con il reporter straniero arrivato in questa città di 600mila abitanti ad un centinaio di chilometri da Salvador è Jair Rocha, da 9 anni operaio di Pirelli Brasil. Il suo nome, gli diciamo, ci ricorda i fasti delle due Coppe dei Campioni vinte negli anni Sessanta dall'Inter di Herrera, lui però fa spallucce, è nato nel 1976 e tifa solo Bahia. Una cosa tiene però a raccontarcela, mentre si accende una sigaretta nello spazio riservato ai fumatori, sotto una veranda percorsa da appena un refolo di vento e dove la temperatura sfiora i 40 gradi: «Per la mia famiglia è stata una fortuna che Pirelli scommettesse su Feira de Santana, aprendo una fabbrica che dà lavoro ad oltre un migliaio di miei concittadini perché oggi, con la crisi che vive il Brasile, qui sarebbe impossibile trovare un altro lavoro dignitoso».

Jair è addetto al controllo della linea degli pneumatici fabbricati con materiali provenienti dalla Romania che, anche se vengono trafitti da chiodi lunghi dieci centimetri, resistono senza problemi a centinaia di forature, un mezzo miracolo che oltre a prevenire incidenti stradali evita sostituzioni di pneumatici sotto il sole cocente di queste latitudini. La fortuna a cui fa riferimento Jair è confermata sia dalle statistiche dell'Ibge, l'Istat brasiliano, per il quale Bahia è la regione con la maggior disoccupazione dell'intero Paese - quasi il 20%, senza però contare chi il lavoro non lo cerca neanche più e i tanti che ricevono sussidi statali da fame - oltre che da una decina di operai che, notando l'intervista in atto, in breve si riunisce sotto la veranda «fumatori» per raccontare, anche loro, le proprie esperienze.

«Certo, pure qui abbiamo sentito la crisi causata dall'enorme corruzione dei nostri politici si sfoga Manoel Silva, un 25enne che da 6 anni si occupa della produzione pneumatici della Jeep ma per evitare licenziamenti abbiamo accettato per un periodo la riduzione del 10% del salario». Oggi gli stipendi in fabbrica sono di nuovo «pieni» e un mese fa l'ad del gruppo Marco Tronchetti Provera ha annunciato 250 milioni di investimenti aggiuntivi per la Pirelli in America latina, molti dei quali saranno convogliati proprio nello stabilimento Bahia 4.0 di Feira de Santana. Un operaio «qui guadagna 2.500 reais di base, a cui bisogna aggiungere tredicesima, quattordicesima, assicurazione medica, trasporto, cibo e tante altre agevolazioni per le nostre famiglie spiega Brito Rocha, 45enne da 16 anni in linea di montaggio se poi uno è disposto a fare un po' di straordinari in media si arriva a 4mila reais».

Pari a circa mille euro al mese al cambio attuale, il quadruplo di un salario minimo in Brasile.

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