Economia

L'ok di Standard & Poor's abbatte lo spread ai minimi

La revisione del rating spinge il differenziale con i bund a 148 punti: non accadeva da dicembre

L'ok di Standard & Poor's  abbatte lo spread ai minimi

Cinzia Meoni

Spread ai minimi dell'anno e titoli di Stato a ruba. Ieri il differenziale tra titoli italiani e tedeschi è sceso sotto la soglia psicologica dei 150 punti, a 148, nuovi minimi da dicembre 2016 e in calo dai 156 di venerdì scorso, con un rendimento sui Btp decennali all'1,85% (da 1,94% della scorsa settimana). Il debito pubblico italiano ha beneficiato da un lato delle parole di Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, che giovedì scorso ha posticipato la chiusura dei rubinetti della Bce almeno di un anno, e dall'altro della promozione a sorpresa del rating italiano (a BBB/A-2 con outlook stabile da BBB-/A-3 con outlook stabile) annunciata venerdì, a mercato chiuso, da parte di Standard & Poor's grazie alle migliorate previsioni di crescita sostenute da un aumento degli investimenti, dalla crescita dell'occupazione e dalla politica monetaria espansiva (Qe).

In questo scenario ieri l'asta del Tesoro su 8,5 miliardi di titoli di Stato ha fatto en plein, registrando rendimenti in calo rispetto alle precedenti edizioni. Più in dettaglio sono stati venduti 2,5 miliardi di Btp a 5 anni con un rendimento a 0,58% dallo 0,83% precedente; 2,5 miliardi di Btp decennali con un rendimento all'1,86% dal 2,19% e Ccteu con scadenza aprile 2025 per un importo massimo di 3,5 miliardi, con un rendimento in calo allo 0,60% dallo 0,75%. Non solo. La domanda per i titoli quinquennali è stata pari a 1,53 volte l'importo offerto, mentre quella per i titoli decennali di 1,43 volte.

Possiamo perfino parlare di un nuovo rinascimento italiano sostiene Stefano Gianti di Swissquote secondo cui il Qe potrebbe addirittura arrivare fino a settembre 2019 posto che le previsioni sull'inflazione, attesa tra due anni all'1,5%, rimangono al di sotto del 2% indicato dalla Bce come target. Il paracadute della Bce e il miglioramento registrato sul fronte dei crediti bancari incagliati, sta dando fiducia e ottimismo al sistema. Mi aspetto quindi che il rendimento scenda ulteriormente e si stabilizzi intorno all'1,7%. Tra i primi ad avvantaggiarsene, sostiene l'esperto, ci sono le banche, grandi compratori di titoli di Stato. Se aumenta infatti il valore del debito sovrano nei loro portafogli, ne beneficia lo stato patrimoniale. Gianti ricorda poi un vecchio motto di Borsa: l'obbligazionario comanda. Se cresce la fiducia nel Paese, sale la Borsa conclude l'esperto.

Non mancano tuttavia le perplessità sulla tenuta di un simile stato di grazia, mentre all'orizzonte si delineano le incertezze legate alle prossime elezioni politiche. Credo che la corsa possa non durare a lungo.

Uno spread tra 120-130pb potrebbe essere già un target troppo ambizioso, considerando che l'avvicinarsi delle elezioni metterà pressione al comparto sostiene Vincenzo Longo di Ig.

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