Economia

L'Ue bastona ancora Renzi: ​"Il debito pubblico resta alto"

L'allarme della Commissione Ue: "L'Italia rischia possibili choc nel medio periodo". Preoccupano poi le sofferenza bancarie

L'Ue bastona ancora Renzi: ​"Il debito pubblico resta alto"

"I rischi sembrano essere alti nel medio termine da una prospettiva di analisi della sostenibilità del debito". Dal rapporto della Commissione Ue sulla sostenibilità delle finanze pubbliche cadee una nuova, pesantissima tegola sul capo di Matteo Renzi. In seguito a un elevato livello di debito alla fine delle proiezioni nel 2026, i tecnici di Bruxlles hanno messo in guardia l'Italia per "l'alta sensibilità a possibili choc alla crescita nominale e ai tassi d'interesse". Rischi che minano l'ottimismo di Renzi infrangendo le sue continue promesse di una ripresa imminente.

Nel lungo termine la Commissione europea ritiene che l'Italia non corra "rischi di sostenibilità" delle finanze pubbliche "a condizione che sia attuata pienamente la riforma delle pensioni adottata nel passato e che sia mantenuto un bilancio primario strutturale a un livello del 2,5% del pil ben oltre il 2017". Bruxelles "non vede complessivamente rischi significativi di tensioni sul bilancio (fiscal stress, ndr) entro un anno anche se alcune variabili come debito lordo e netto, necessità di finanziamento, proporzione e cambiamento nella quota dei crediti bancari deteriorati, indicano possibili difficoltà di breve termine". Preoccupa, infatti, il rapporto tra debito e pil fuori controllo. Sebbene nel 2016 scenderà leggermente nel 2016 al 132,2% del pil contro 133% nel 2015 e in misura più significativa nel 2017 a 130%, secondo le previsioni della Commissione Ue "resta molto alto costituendo la più importante fonte di vulnerabilità per l'economia italiana". "L'alto debito pubblico - si legge nel rapporto sulla finanza pubblica - limita la capacità dell'economia di reagire agli choc economici e la lascia esposta a possibili aumenti dei rendimenti sovrani mentre limita anche lo spazio per la spesa pubblica produttiva a causa del considerevole 'conto' degli interessi pari al 4,3% del pil nel 2015".

Guardando al futuro la Commissione Ue non prevede niente di buono. Anzi. "Sulla base dell'analisi della sostenibilità del debito i rischi per l'Italia sono alti nel medio termine a causa dell'elevato debito pubblico al 2026 (anno fino al quale vengono fatte le proiezioni economiche - ndr) e dell'alta sensibilità a possibili choc alla crescita nominale e dei tassi di interesse". Secondo gli economisti di Bruxelles, c'è l'11% di probabilità che nel 2020 il rapporto tra debito e pil sia più alto di quanto lo fosse nel 2015. La Commissione ritiene, per questo, "necessaria una forte determinazione nel miglioramento della posizione di bilancio".

A destare forte preoccupazione a Bruxelles sono anche "i crediti deteriorati del settore bancario italiano" che potrebbero "costituire una importante fonte di rischi di passività potenziali nel breve termine".

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