Economia

Luxottica parla francese con Essilor

Fusione da 50 miliardi ma il gruppo fondato da Del Vecchio lascerà Piazza Affari

Luxottica parla francese con Essilor

Anche Luxottica parlerà francese. Delfin, la holding di Leonardo Del Vecchio cui fa capo il 61,9% del leader dell'occhialeria, ha infatti annunciato un accordo con Essilor, società d'oltralpe attiva nella produzione di lenti, per la creazione di un gigante mondiale nel settore ottico con una capitalizzazione di quasi 50 miliardi, 140mila dipendenti, 15 miliardi di fatturato (l'intero mercato dell'occhialeria vale 90 miliardi) e 3,5 miliardi di margine operativo lordo. A regime si aggiungeranno le sinergie derivanti dai tagli e dai maggiori ricavi stimate tra i 400 e i 660 milioni.

EssilorLuxottica avrà sede a Charenton, la stessa di Essilor, e sarà quotata sul Cac40. L'asse insomma si sposterà a Parigi, anche se l'azionista di riferimento del nuovo gruppo sarà la Delfin, con una partecipazione compresa tra il 31 e il 38% del capitale, ma con un tetto sui diritti di voto al 31 per cento. Nel nuovo polo saranno poi presenti i dipendenti di Essilor che, attualmente, con l'8,3%, rappresentano i maggiori azionisti della società.

Il mercato ha già promosso l'operazione: Luxottica ha chiuso la seduta a 53,6 euro (+8,2%) ed Essilor a 114,8 euro in rialzo del 12,4 per cento. Ma il matrimonio sarà consumato entro giugno, autorità Antitrust permettendo: il nuovo gruppo deterrà infatti il 40% del mercato mondiale delle lenti, il 50% di montature per occhiali da sole e l'11% della distribuzione. La fusione avverrà con il conferimento a Essilor della partecipazione di Luxottica in mano a Delfin, seguita da un'offerta pubblica di scambio lanciata dai francesi sulla società di Agordo. L'Ops, destinata al delisting da Piazza Affari, prevede un concambio pari 0,461 titoli d'oltralpe per ogni azione italiana. La governance sarà alla pari. Almeno per ora. Leonardo Del Vecchio, sarà presidente esecutivo della EssilorLuxottica, mentre Hubert Sagnières, attuale numero uno di Essilor, assumerà il ruolo di vice con poteri eguali a quelli dell'imprenditore italiano. Advisor finanziari dell'operazione sono Citigroup Global Markets Limited e Rothschild & CO per Essilor, Mediobanca per Delfin.

A livello strategico, non c'è dubbio, che una integrazione tra le due società complementari e leader funzioni. Il nuovo polo dell'occhialeria mondiale sarà infatti presente su tutta la catena: montature, lenti e distribuzione. E, in effetti, sin dal 2013, dai tempi dell'ex ad Andrea Guerra (a cui in due anni sono succeduti altri tre manager prima che Del Vecchio prendesse le redini), si era tentato il matrimonio, un progetto poi tramontato nonostante il consenso della comunità finanziaria che, ciclicamente tornava a ipotizzare una possibile fusione.

«Ho realizzato il sogno della mia vita» ha dichiarato Del Vecchio aggiungendo di voler proseguire a investire «in Italia e in Francia». Ieri sono stati numerosi coloro che hanno ripercorso le tappe dell'espansione di Luxottica fondata dallo stesso Del Vecchio nel 1961 e poi diventata, nel tempo, grazie a uno shopping oculato, leader mondiale. Con uno sguardo più disincantato Bloomberg ha parlato invece di acquisizione «del produttore di Ray-ban» da parte di Essilor per 22,8 miliardi di euro in titoli. «Si tratta della più grande operazione effettuata sul mercato italiano da un compratore straniero, compresa l'acquisizione di Pirelli da parte di ChemChina nel 2015 e la più recente cessione di Italcementi ad HeidelbergCement», ha commentato l'agenzia.

In ogni caso per l'ex Martinitt, alla soglia degli 82 anni, l'operazione rappresenta l'ennesimo successo visto che, portando la sua creatura in un colosso internazionale con ampie prospettive di crescita, risolve il tema del passaggio generazionale soddisfacendo figli e dipendenti.

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