Economia

Luxottica sale in Borsa: +1,9% Ma al mercato restano i dubbi

La nuova governance con due co-ad viene giudicata difficile da gestire E a Padova preoccupa il nuovo concorrente, Kering Eyewear

Luxottica sale in Borsa: +1,9% Ma al mercato restano i dubbi

Il mercato promuove Adil Mehboob-Khan, manager di Procter&Gamble dal 1987 e nuovo co-ad di Luxottica ma gli analisti restano cauti sulla governance e sulle prossime sfide che attendono il gruppo di Agordo. Dietro l'angolo c'è un nuovo concorrente di grande prestigio. Ossia Kering, il gruppo francese del lusso di Francois Pinault che a Padova ha posto la sede di Kering Eyewear affidandola a Roberto Vedovotto, ex manager di Safilo da cui ha ricomprato il brand Gucci per gli occhiali. E non c'è dubbio che il nuovo ad di Luxottica dovrà vincere questa sfida. Ieri in Borsa il titolo è salito dell'1,9% ma, per gli analisti, restano ancora alcune ombre. «La notizia della nomina è positiva - ha spiegato Jp Morgan - ma è da verificare l'efficacia di questa forma di governance con due ad». Per Equita, che ha mantenuto il target price a 40 euro, «si tratta di vedere quale sarà l'assestamento di una governance sub-ottimale e di un ricambio traumatico del top management».

Banca Imi (target price a 39,17 euro) ritiene le turbolenze un tipico problema italiano per separare il management dalla proprietà della società. I più dubbiosi sono gli analisti di Kepler Cheuvreux che hanno apprezzato la velocità del fondatore Leonardo Del Vecchio nel scegliere il co-ad ma non sono convinti che sia la soluzione giusta. Per loro, infatti, la fase di transizione della governance di Luxottica continua perchè la struttura di governance con due amministratori delegati non è facile da gestire. Da ricordare che un membro del consiglio di amministrazione, Abravanel, si è dimesso per questo motivo. Inoltre sottolineano che anche altri dirigenti con responsabilità strategiche potrebbero lasciare la società. La credibilità del nuovo team manageriale, dunque, deve essere provata. Per questo Kepler Cheuvreux mantiene il rating a hold e il target price a 38 euro preferendo nel settore Essilor. Ossia la società francese, leader nelle lenti speciali, con cui la stessa Luxottica, nell'idea dell'ex ad Andrea Guerra, doveva fondersi per creare un supergigante del settore. Prospettiva, questa, che ha causato, insieme ad altre questioni, il divorzio da Del Vecchio che non voleva diluirsi, passando dall'attuale 66% al 30% della nuova società che si sarebbe costituita. Quanto ai conti, che saranno resi noti mercoledì prossimo insieme alla formalizzazione delle nuove nomine, gli analisti prevedono per l'ultimo trimestre ricavi in rialzo anno su anno del 7% a 1,9 miliardi di euro. Anche l'utile dovrebbe salire dell'8% a 160 milioni.

Ieri ha parlato il figlio primogenito di Leonardo Del Vecchio Claudio, che vive negli Usa per gestire la «sua» Brook Brothers. «Nessuno di noi figli ha mai avuto ambizioni di potere perchè la «ditta» ha dimensioni tali che va guidata da un team» ha detto Del Vecchio al Quirinale per una onorificenza.

Sul riassetto della holding Delfin Claudio Del Vecchio ha specificato che «sono decisioni di mio padre, prese da tanto tempo e noi siamo sempre stati tutti d'accordo».

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