Economia

Manovra, ritorna lo spettro: il Tesoro ammette la stretta (nel 2015)

Dal Tesoro assicurano: "Quest'anno niente manovra correttiva". Ma per il 2015 non si può sapere. E Renzi corre già ai ripari: tagli ai ministeri, alle detrazioni e alle pensioni d'oro

Manovra, ritorna lo spettro: il Tesoro ammette la stretta (nel 2015)

Si affrettano tutti a scongiurare la monovra economica. Mentre Piazza Affari affonda sulla scia dei tragici dati Istat sul pil, al ministero dell'Economia è tutto uno sgomitare per rassicurare, negare, tamponare. Non ci sarò alcuna manovra aggiuntiva. Eppure siamo lontani dal +08% previsto dal governo a giugno. Il dato sul pil del secondo trimestre è preoccupante perché certifica un Paese sprofondato nuovamente recessione. "Questo comporta ovviamente una totale revisione dei conti pubblici e della politica economica - commenta il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta - se vogliamo ottemperare agli impegni presi in sede europea, una manovra correttiva è assolutamente inevitabile". A doverla quantificare fonti governative parlano di tagli e risparmi per almeno 16 miliardi.

Che non sarà fatta alcuna manovra correttiva lo ha ripetuto anche oggi il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al Sole 24Ore prima che l'Istat snocciolasse quei dati pessimi. Eppure, stando a quanto trapela dal ministero di via XX Settembre e dalla presidenza del Consiglio, i tecnici starebbero già lavorando a un pacchetto di soluzioni per evitare le soluzioni più dure. "Il ritorno in recessione tecnica frantuma ogni artificio retorico e propagandistico messo in piedi dal governo - tuonano i grillini - l'Italia continua ad andare indietro e Renzi, piuttosto che attaccare i presunti gufi, dovrebbe evitare di prendere esempio dai gamberi e dal loro passo". Matteo Renzi sa bene che la crescita sotto lo zero mette a rischio i parametri europei sul rapporto col deficit che avevamo promesso non oltre il 2,6%. Per evitare che l'indebitamento si aggravi ulteriormente i tecnici di Padoan stanno già buttando giù una mappa di nuovi tagli che andranno a colpire sia la pachidermica macchina dei ministeri sia le detrazioni fiscali. Il premier darà a ogni singolo ministero il compito di tagliare una certa percentuale del proprio bilancio. Non si tratterebbe di tagli lineari, ma selettivi. Toccherà, quindi, a ciascun ministro decidere su quali voci risparmiare. Secondo un'indiscrezione riportata da Dagospia, sul tavolo ci sarebbe anche un intervento sulle pensioni più ricche limando gli assegni più alti del 5-10%. Tutto, insomma, pur di non arrivare a una nuova manovra di tasse.

Dal governo ammettono che raggiungere l’obiettivo previsto dal Def è impossibile, ma si continua a escludere l'eventualità della manovra correttiva. "La manovra 2014 non ci sarà, ma naturalmente sarà molto impegnativa la sessione di bilancio 2015-2018", ha commentato il viceministro dell'Economia, Enrico Morando. Quanto all’entità della manovra 2015-2018, il numero di via XX Settembre ha spiegato che "nessuno, se parla seriamente, è in grado di fissare numeri". Dipenderà dall’andamento dell’economia nella seconda parte di quest’anno. E, al governo, tutti si augurano che contenga un'inversione di tendenza, che il segno sia più.

"Ma è già chiaro che non conseguiremo l’obiettivo previsto in termini di aumento del prodotto interno lordo nel 2014 - ha concluso Morando - questo, naturalmente, avrà un effetto di trascinamento negativo sul 2015".

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